Una squadra nata per essere odiata
Ho aspettato un po di tempo per scrivere la mia su questa
strana stagione 2004/05. Sulla Cisco Lodigiani. E sulla nostra squadra che, di
fatto, non esiste più.
E, premetto subito, che sono lontano da scrivere conclusioni
affrettate sulla Lodigiani e sul futuro degli Ultrà Lodigiani, perché in fondo
ancora niente è scritto definitivamente, e do la mia parola che faremo di tutto
per capire che ne sarà di noi e se c'è la speranza che un giorno potremo tornare
a tifare la Lodigiani, la nostra squadra, e riappendere il nostro striscione,
Ultrà Lodigiani, gruppo figlio di una rara mentalità, fatta di cori vecchio
stampo, tamburo, e tanta passione. Si, perché il gruppo , pur essendo molto
mutato, ha mantenuto le basi ideologiche che in fondo lo hanno originato: vale a
dire il valore dell'essere ultrà, parola incredibilmente disprezzata non solo a
Roma ma anche in molte parti d'Italia, ma nella quale noi ancora crediamo. Così
come crediamo di essere tra i pochi eredi di quella che è una tradizione di tifo
che ormai non c'è più.
Il paradosso che ci porta questa strana stagione è che gli
Ultrà Lodigiani, anche se in pochi, ancora esistono e sono attivi, mentre, la
Lodigiani, non c'è più.
Al posto della Lodigiani c'è la Cisco Lodigiani, che, l'anno
prossimo, diventerà probabilmente Cisco Roma e basta. Ma sarà davvero così?
Anche se ormai tutte le fonti a nostra disposizione ci dicono di sì, tuttavia,
non possiamo fare a meno di fare delle considerazioni sulla Cisco Lodigiani che,
alla fine della stagione, peseranno come macigni sul nostro futuro.
La società, a inizio anno, è partita in maniera
spregiudicata su tutti i punti di vista: al tanto contestato cambio del nome
della squadra, è seguita una grande campagna acquisti che ha fatto diventare
la Cisco favorita d'obbligo del girone B della serie C2. A questa campagna
sono seguiti (s)propositi alquanto sbruffoni di portare, con una grande
squadra, migliaia di tifosi al Flaminio. Nasce il sito della Cisco Lodigiani
(effettivamente ben fatto ma, si sa, il gruppo Cisco se c'è una cosa sulla
quale non sgarra è l'immagine), dove viene annunciata una suntuosa campagna
abbonamenti che, di fatto, non porta nessun nuovo tifoso allo stadio. Sul sito
inizialmente vi sono due sezioni "in costruzione", lo spazio riservato alla
tifoseria ed il forum: dopo un paio di mesi queste sezioni del sito della
Cisco Lodigiani scompariranno nel nulla senza avere mai visto la luce.
Ad inizio campionato iniziano poi quelle vicende che
porteranno il gruppo a non sostenere più la Cisco Lodigiani e ad
autosospenderci nell'ottimistica speranza che il più presto possibile rinasca
una nuova Lodigiani, ma, di questo, si parla già abbondantemente nel sito.
Col campionato ormai arrivato al giro di boa, di acqua ne è
passata sul Flaminio (anche perché ha piovuto tanto in questi mesi), e la
situazione per il gruppo Cisco è diventata sempre peggiore, tanto che la
dirigenza Cisco dovrà fare, a fine campionato, serie riflessioni, le quali
dipenderanno comunque dal fatto se la Cisco riuscirà o meno nell'ambito salto
di categoria.
Dal punto di vista della squadra la Cisco non è stata
assolutamente all'altezza delle aspettative, e, pur stando in zone di alta
classifica, è chiaro che (che peccato) la promozione diretta è impossibile,
mentre possibile è un aggancio ai play off, cosa non scontata e che comunque
porterà ad una nuova lotteria che non necessariamente vedrà la Cisco salire.
Ma, sia chiaro, se la Cisco non dovesse andare in serie C1, il disastro
combinato dalla dirigenza sarebbe enorme: una enorme perdita di soldi,
disaffezione del pubblico (di cui parlerò tra poco), e una seria riflessione
sul da farsi. E' inutile dire che il Gruppo Cisco vincerà la sua solitaria
battaglia soltanto se sarà veramente in grado di fare il salto di categoria.
La cosa che però ci dà più gioia è che la Cisco sta
affrontando la sua battaglia per la C1 in totale solitudine: gli spettatori,
che erano già pochi dall'inizio, sono ulteriormente calati nel corso delle
partite, e arriviamo a Cisco L.-Bellaria con 100 spettatori di cui credo
qualcuno dell'Igea, ma, se si considerano i restanti spettatori dobbiamo
contare qualche giornalista, la dirigenza col suo numeroso (almeno quello)
seguito, forse qualche osservatore, Picchio e qualche parente, oltre a degli
aficionados che si contano sulle dita di una sola mano. Dato confermato in
Cisco - Carrarese, che afferma di 250 spettatori di cui quasi tutti ospiti
(fonti Tuttalac e il Corriere dello Sport). Già, che dire? Nonostante la
classifica abbastanza alta assistiamo, forse per la prima volta in
assoluto in serie C, ad una squadra veramente senza pubblico di nessun genere,
una squadra sola, che è stata abbandonata anche da quei pochi fedelissimi che
a Settembre hanno incautamente fatto l'abbonamento (ma errare è umano e, anche
io, se non fosse stato per una incredibile combinazione, avrei buttato 50
Euro). Già, 11 giocatori che, più che in trasferta per 38 partite, ne giocano
la metà praticamente a porte chiuse. Il sito della Cisco Lodigiani parla
di dirigenti delusi per la scarsa risposta di pubblico. Ma questi dirigenti si
sono chiesti come mai non sono seguiti da nessuno? E se si avranno almeno
risposto esattamente su quali sono le loro colpe?
Sinceramente, visto che l'autocritica non rientra nel
vocabolario del gruppo Cisco, la risposta provo a darla io visto che ormai
sono 11 anni che seguo questa squadra e qualcosina in materia di tifo e
Lodigiani penso di saperla più di loro (credo che in queste righe capiate la
mia "leggera" ironia).
Io credo che la dirigenza Cisco abbia sbagliato tutto.
Tutto, vi direte?
Si, proprio tutto. Il gruppo Cisco ha sbagliato quando ha
cambiato il nome della Lodigiani in Cisco Lodigiani. Perché la gente non è
cogliona, e anche se la Lodigiani in questi ultimi anni di disgrazie
calcistiche non ha goduto di un grande seguito, tuttavia essa c'è sempre stata
nel cuore dei Romani...alzi la mano chi, pur non essendo venuto al Flaminio,
non ha mai guardato sul televideo o il Lunedì sul Corriere il risultato della
Lodigiani...così come alzi la mano chi non è mai stato a vedere neanche una
partita della Lodigiani...alzi la mano chi non ha un fratello, cugino, amico,
conoscente che ha giocato nelle giovanili della Lodigiani...così come alzi la
mano chi non ha mai saputo che la Lodigiani ha avuto per anni un settore
giovanile da far tremare Roma e Lazio? Alzino anche la mano coloro che non
sanno che i vari Toni, Totti, Di Michele, Silenzi, Apolloni, Pratali, Stellone
e troppi ce ne sarebbero sono passati per la Lodigiani? Lo sanno tutti, tutta
la Roma sportiva ha sempre saputo cos'è la Lodigiani e cosa rappresentava per
Roma stessa. La Lodigiani è sempre stata l'orgoglio di Roma. Finché dei
signori col nome Cisco non hanno deciso di acquisirla, di impadronirsi del suo
nome, cambiandolo, per poi annullarlo definitivamente, facendo tramontare
quello che per molti è stato un sogno. Già, il sogno di un calcio alternativo,
più bello, giovanile, lontano dai miliardi che avvelenano il calcio. Una
realtà che, pur essendo all'avanguardia non è mai stata calcio moderno.
Calcio moderno rappresentato invece dal gruppo Cisco. Già, la gente non è così
cogliona da tifare una Cisco Lodigiani qualunque...la gente, anche se non è tanta
quella che segue, vuole la Lodigiani, e mi gioco tutto che se la nostra
squadra ancora si chiamasse Lodigiani, con la stessa classifica, porterebbe
molta gente in più allo stadio.
Al già impopolare cambio di nome si è aggiunto un altro
elemento di disturbo per la Cisco: gli Ultrà Lodigiani! Coloro che si sono
macchiati di opporsi al cambio di denominazione e che hanno fatto il peccato
di contestare il Dio Cisco! Già, gli Ultrà Lodigiani, quelli che, pur di
cacciarli, alcuni della dirigenza hanno pensato di assoldare dei picchiatori
per darci una bella lezione, oltre a mandarci la polizia per prenderci i
documenti senza che avessimo fatto assolutamente nulla se non contestare
silenziosamente e civilmente l'assurdo cambio di denominazione voluto dalla
società. Già, ma le ingiustizie che abbiamo subito non sono passate
inosservate e, alla fine, quello che abbiamo passato, anche se la stampa
ufficiale non ne ha parlato, si è saputo. Il nostro comunicato di sospensione
è stato letto in tutta Italia, la pagina Anti Cisco ha fatto capire a tutti le
ingiustizie che abbiamo passato, l'arroganza della dirigenza e soprattutto
cosa è successo il giorno di Lodigiani (pardon, Cisco) - Castel San Pietro (ed
è incredibile quanto questo racconto abbia girato su internet, neanche io me
lo aspettavo), e ha fatto capire a tutti quanto si soffre senza avere la
propria squadra. Anche se questa si chiama Lodigiani, è bistrattata da tutti e
non ha i miliardi di Roma e Lazio.
Io credo che la campagna di informazione sul nostro disagio
e sui torti da noi subiti ha avuto il suo effetto, e, sicuramente, ha
allontanato anche quei pochi che volevano seguire la squadra nonostante il
cambio di denominazione.
Ed è giusto così. Perché se la dirigenza Cisco ritiene
giusto cancellare la Lodigiani e la sua storia, allora è giusto che questa
squadra resti da sola. Senza l'affetto dei propri tifosi, senza bandiere,
senza seguito in trasferta, senza cori di incitamento, senza striscioni. Solo
seggiolini vuoti, che pesano più di ogni contestazione.
Se le cose andassero nel verso giusto, la dirigenza
capirebbe gli errori fatti, farebbe più di un passo indietro, ci ridarebbe la
nostra squadra e cercherebbe di ricreare e rifondare una nuova Lodigiani. Ma.
potete fidarvi, non sarà così. Perché indietro non si torna, e anche chi
sbaglia, pur di non ammettere i propri errori, andrà avanti costi quel che costi.
Ma se la stagione in corso non porterà il salto di categoria il bilancio
finale suonerà così: "Nessun risultato, soldi buttati, niente di niente". I
dirigenti potranno così vedere se è il caso di ripartire per una stagione
simile a questa, se vendere, cedere il titolo sportivo, o ridare a Roma la
Lodigiani. Nulla è scontato perché, aldilà di tutto, chi non ha cuore non
vince mai e resta da solo, e chi resta da solo deve riflettere seriamente sul
da farsi.
Nel frattempo noi continuiamo a gufare, gioendo per ogni
sconfitta (ma anche il pareggio va bene) della Cisco. Perché non ci rimane
altro da fare. E perché non è giusto che loro costruiscano la loro storia
sulle rovine di quella che è stata la storia della Lodigiani.
Stefano - Ultrà Lodigiani
