Battaglia delle arance: racconto di Stefano

 

Sarà per vocazione o per istinto naturale, ma gli Ultrà Lodigiani devono sempre sorprendere, andando al di là dello stretto contesto calcistico. Chi non ci conosce potrebbe non capire cosa vogliamo dire. Il mondo Ultrà Lodigiani si è sempre caratterizzato per presenza che vanno al di fuori delle partite della Lodigiani: oltre ai mondiali e al celebre Pantani Day, ricordiamo la finale di pallanuoto Roma-Posillipo seguita con lo striscione, alcune presenze dei nostri striscioni alle partite di basket della Virtus Roma, lo striscione portato un po ovunque, anche a Mirabilandia. Ma stavolta abiamo fatto di più, ci siamo voluti mettere in gioco in una situazione nuova ma suggestiva: la battaglia delle arance di Ivrea, provincia di Torino, verso la VaL d’Aosta. Da notare come il luogo della nostra mattata, anche questa volta, non sia proprio dietro l’angolo di casa! Da Ottobre avevamo discusso la nostra presentazione senza saperne più di tanto della battaglia delle arance, se non che ci si tirano le arance e ci si può far , ovviamente, male. Alla fine, grazie alla nostra volontà, siamo riusciti a partire. Io e Vocione eravamo scontati, anzi, è stato il Vocione stesso il promotore dell’idea, Lorenzo venuto con poco entusiasmo (cosa non si fa pur di evadere da Don Bosco!) e la“sezione Frosinone”del nostro Diego. Prima di partire, da casa, erano pronte ben 2 borse: nel mio vecchio zaino di scuola un cambio di vestiti completo con tanto di boxer, una spazzola per i capelli ed un k-way da lavoro per la battaglia, senza contare un paio di guanti (poi non usati), un berretto (perso a fine viaggio), un paio di scarpe di ricambio ed un pallone di gommapiuma. Il secondo borsone contiene il nostro striscione in PVC da casa (scelto perché temevamo per la sorte di quelli di stoffa!). Il viaggio per Lorenzo, Vocione e Diego è iniziato nel pomeriggio quando i 3 si sono visti, mentre io ero ancora intento allo studio. Alle 21.30 mi vedo con Diego, iniziano le prime offesucce gratuite per la stazione, poi arrivati Vocione e Lorenzo si sceglie la strategia da seguire sul treno , e data la mia superiore esperienza rispetto agli altri 3, mi tocca fare da Cerveteri della situazione. Il dubbio sul primo treno, che ci avrebbe portato a Genova, era tra il chilometrico fino a Civitavecchia o il biglietto fino a Grosseto. Si rischia facendo il primo! Abbiamo, prima di partire, il tempo di prendere una macchina fotografica pagata 20 Euro, ma quel verme del Vocione è riuscito a farsi un rullino anche dentro al negozietto della stazione Termini, rullino che poi però risulterà non adatto alla macchinetta, morale: fatica sprecata; sul binario del treno si cerca anche, con metodi poco ortodossi, di prendere qualche snack dalla macchinetta, ma vani saranno i nostri tentativi! Il treno, rigorosamente un espresso, parte puntuale alle 23.10. Ci sistemiamo, da signori, in prima classe, e gli zii passano, fortunatamente subito, invitandoci a cambiare posto, ma così non sarà! Superata, dopo 40 Chilometri, Civitavecchia, siamo illegali, ma per noi è come niente fosse, tanto gli zii possono essere abbindolati facilmente, poi la linea che va a Gewnova ha la fama di essere tra le più tranquille! Sul treno si parla delle nostre cazzate, ovviamente a luce semi spenta per far si che, se passano gli zii, si può far finta di dormire! Ma la luce non ne vuole sapere di spegnersi, o è completamente accesa oppure fa la classica lucetta soffusa tipica degli espressi! I più pratici sanno che si può avere buio completo tenendo precariamente l’interruttore nel mezzo (roba da vecchi ultrà), ma stavolta proprio non ne vuole sapere! Sbroccando Diego e Lorenzo staccano la plafoniera e di prepotenza frullano la lampadina fuori dal finestrino, il bello è rimettere la plafoniera, ci proviamo in 4 al buio con Diego che maldestramente cerca di farci luce con l’accendino, ma la plafoniera non ne vuole sapere, provo con un cazzottone ma l’unico risultato è quello di schiacciare il dito del Vocione che stava reggendo il tutto! Sempre io e Vocione cerchiamo un altro scompartimento senza successo e quando torniamo allo scompartimento Diego ha già frullato dal finestrino la plafoniera sbarazzandosi del corpo del reato....pazienza...se arriva il controllore diciamo che l’abbiamo già trovata così! Lorenzo prova a dormire, siamo in 4 e stretti dentro lo scompartimento, non prendiamo sonno e per democrazia anche Lorenzo è costretto a stare sveglio! L’unica soluzione è quella di chiacchierare, quando arriviamo a Sestri Levante decidiamo di attendere la nostra fermata. Poco prima passa il controllore (donna)che viene liquidata con un “già visto”, forse intimorita dalla stazza di Lorenzo o dalla pelata del Vocione non ha opposto lamentele e a Genova viene anche salutata con un cordiale “Arrivederci”. Grazie FS, con 4 Euro e mezzo abbiamo fatto 400 Chilometri! Nemmeno il tempo di fiatare ed è pronto il treno regionale per Torino, da noi fatto dino a Novi Ligure (un paio di Euro), anche qua lo zio passa e poi, una volta superata Novi, faremo finta di dormire, ma anche lo zio farà finta di niente! Grande! Erano le 6 di mattina quando diversi lavoratori entrano sul treno, iniziano a subire offese alquanto pesanti tipo “Voi a fare i servi alla FIAT, noi a divertirci”, “Lavorate, ah ah ah!”,”Ma che bello svegliarsi alle 5 per andare a lavorare, noi andiamo a festeggiare”e altre ancora, offese sentite da tutto il vagone! Accanto a noi un sosia di Carletto Mazzone, ma solo di profilo, mentre egli tenta di dormire subirà le nostre continue frecciatine, e quando, aperti gli occhi, si gira per guardarci, gli sbottiamo a ridere! Di profilo era identico ma da davanti non c’entrava proprio un cazzo!! E il bello è che a Masi, venuto vicino a noi dopo un po, abbiamo fatto credere che fosse veramente Mazzone, ecco uno spezzone del dialogo: Io: “A Diè, ce sta Mazzone”, lui si gira e lo vede...”Ma pensa un po”replica lui, dopo un po ci ripensa:”Ma non dovrebbe stare a Brescia?”, e Lorenzo “Ci abbiamo parlato prima, deve andare a Torino per il consiglio di Lega”ed il bello è che Masi non crede ai suoi occhi! Alla fermata Torino Lingotto (fabbrica FIAT), con diversa gente che scendeva anche da ltri treni, alziamo dai finestrini un coro:”A lavorare, andate a lavorare...”che ha rimbombato per tutta la stazione, con le facce rassegnate di quei poveracci dei lavoratori! Arrivati alla stazione di Torino, in poco tempo, c’è il cambio, Diego e Lorenzo vorrebbero andare da Campioni ma sono le 8 di mattina, e le facce assonnate dei lavoratori sono in contrasto con le nostre facce di chi va a divertirsi! Al bar della stazione, caro arrabbiato, proviamo a prendere scontrini nn ancora strappati per far colazione, ma qua non siamo a Roma e l’impresa non riesce, anzi, fallisce malamente. Finalmente, ore 8:35, il treno per Ivrea, il biglietto è fino a Chivasso (30 Chilometri in meno) e ci andrà bene come sul treno per Torino, stessa dinamica. Con 9 Euro siamo arrivati a Ivrea, 700 Chilometri, che ne dite, è buono? Sone le 9:30 di Martedì 6, Martedì grasso. Alla stazione di Ivrea, tra una folla di curiosi, facciamo la prima foto con lo striscione, attraversando i binari anche se vietato per un treno che stava passando, ma la regola del”famo come cazzo ce pare”vale anche qua! Fatta la foto tra le facce sbigottite dei passanti, ci accorgiamo che non c’è un deposito bagagli, oltre alla borsa con lo striscione, che comunque ci saremmo portati appresso, bisognava posare i 3 borsoni con i rispettivi cambi. Ah, Diego è venuto a battagliare senza nessun cambio! Il barista della stazione ci fa posare tutto quanto nel suo bar e ci offre anche il bagno per cambiarci: Lorenzo rimane in tuta, io ero già vestito ma ho cambiato il mio giacchetto col K-Way lungo fino alle ginocchia, il Vocione ha invece indossato una tuta da meccanico ed eccoci qua, dopo un’altra foto, pronti ad accorrere verso il centro di Ivrea per sondare il terreno e capire qualche cosa di più su questa battaglia ed anche per capire come poterci finalmente schierare! La città ci offre uno splendido colpo d’occhio, la gente ancora non è tantissima, si gira bene! E’una città medievale, bagnata dalla Dora Baltea, adornata da stendardi piccoli, grandi e giganti, come quelli che vediamo subito delle Picche e poi in seguito della Morte, due delle nove squadre di lanciatori, mentre quelle dei carri sono di più e fanno testo a sé. Riusciamo ad arrivare a piazza Ottinetti, appena ripulita dalla battaglia del giorno prima, ancora vuota e abbastanza spettacolare. Va detto che il mio morale con quello di Vocione è molto alto, Lorenzo scazzato fino a quel momento facendo pigliarla a male, e Diego che diceva di essere fomentato ma in realtà celava la sofferenza di un lungo viaggio fatto con quelli della Lodigiani. In piazza Ottinetti incontriamo 2 storici della contrada gialloneroverde degli Scorpioni Arduini, a grandi linee ci spiegano come funziona la battaglia, che ci sono più piazze (quattro) e che in quella in cui ci trovavamo combattevano loro e gli Scacchi, nelle altre tre piazze le rimanenti 7 contrade. Chiediamo anche come si fa a battagliare, ci viene semplicemente detto che ingenere ci si segna già diversi mesi prima con le squadre, ma Jerry, lo speaker arduino, ci garantisce che riesciurà a sistemarci in qualche maniera con una “piccola offerta” che tutti versano ogni anno per battagliare! Ringraziamo, è ancora presto e ci facciamo indicare lo stadio di Ivrea, tanto per vedercelo. Dopo una breve camminata arriviamo, lo stadio è piccolino ed è anche aperto, notiamo scritte del Terror Machine, gruppo guida dell’Ivrea, primo in CND. Dicevo, il campo era aperto, ed oltre una recinzione c’è una specie di Supertele che volevamo usare per giocare, Diego cercherà di scavalcare ma ci rimetterà una mano negli spuntoni. Con molta paraculaggine chiederò ad un operaio lì presente di prendercelo dicendo che il pallone è nostro, ce lo ridarà invitandoci ad uscire dallo stadio, noi fintiamo ed entriamo in campo, dove ci faremo un po di tiri, prima andrà in porta Lorenzo e poi toccherà a me, anche se abbiamo una notte senza sonno alle spalle, le energie non mancano, finché dopo una mezzoretta veniamo gentilmente cacciati da una persona che non abbiamo capito chi fosse ma che era comunque gentile, e ci fa una foto con tanto di striscione dentro lo stadio, e poi ci ringrazierà pure della visita! A Roma ci avrebbero cacciato malamente, ad insulti e parolacce, qua invece l’ambiente è tranquillo ed ospitale, tanto che riusciamo persino a non offendere! A questo punto si ritorna verso piazza Ottinetti, la gente è aumentata e si inizia a sentire l’atmosfera della battaglia, noi proseguiamo oltre e arriviamo nella piazza centrale di Ivrea, adornata veramente a festa e già pronta per un’altra battaglia, ed è qua che spicca lo splendido stendardo della morte, alto almeno una ventina di metri! Si inizia a cercare un posto per mangiare ma l’impresa non è facile, ed ecco come per magia che ci chiama il mitico Roby Cuzziol, tifoso eporediese della Lodigiani agganciato via e-mail! Con perfetta efficienza nordica arriva dopo 5 minuti dalla chiamata col suo furgone. Fatta la conoscenza, chiediamo a lui dove poter mangiare nel nostro stile (pagando poco)e ci indica un ristorantino tornando verso la stazione, lì andiamo ed aspettiamo Cuzziol che ci raggiunge e si beve qualche cosa insieme a noi, offrendo molto gentilmente le bevande, mentre i prezzi del ristorante sono accettabilissimi, prendiamo tutti un primo ed un secondo, tranne Roberto che deve andarsene e Diego che fa quello sazio e non si prende niente, occupando a scrocco il suo posto a sedere! Dopo il pranzo tocca rivederci col mitico Cuzziol alla stazione, nel tragitto troviamo nella bancarella di un Bangladesh un oggetto inusuale: un megafono usato da mezza piotta, io e Vocione diamo uno sguardo alle saccocce e decidiamo di prenderlo per il bene del gruppo, posandolo subito alla stazione, dove Roby Cuzziol ci attende: approfitto della ricognizione fatta alle borse per dare il materiale che gli ho preparato, consistente in adesivi e fanzine varie. Salutato Roberto, con cui promettiamo di vederci dopo, sono le 14 ed è l’ora di andare a battagliare! Troviamo piazza Ottinetti in pieno fermento, io, Vocione e Lorenzo siamo in pieno completo da battaglia, Diego aggiunge al suo vestiario senza cambio un impermeabilino comprato ad Ivrea. La battaglia sta per avere inizio, tutti hanno le divise della contrada tranne noi e pochi altri (spiccava una maglia del Toro), alla console dell’angolo della piazza, lato Arduini Jerry, speaker della contrada, ci invita a battagliare usando come sacco per le arance i tipici berretti rossi della battaglia comprati in bancarella nella mattinata. Quelli della contrada sono fomentatissimi, dall’altra parte della piazza anche gli Scacchi iniziano a prepararsi per l’arrivo dei carri. Piccolo flashback: in mattinata Vocione aveva attaccato su un bidone un nostro adesivo nella piazza, adesivo che, staccato, ora sta attaccato al braccio della divisa di un Arduino, orgoglioso di portarla! Inizia a passare il primo carro, tutti noi ci schieriamo ed iniziamo a tirare le arance ai vari carri, prima cavolata fatta un po da tutti è di prendere le arance dalle casse, bisogna usare le arance a terra, ci dicono quelli della contrada! La sequenza dei carri è veloce, passano vari carri, io ricevo il primo colpo dopo poco sul petto senza grandi effetti, arriviamo abbastanza vicini ai carri che passano prima dalla parte nostra e poi da quella degli Scacchi, prima di lasciare la piazza e scorrere verso un’altra delle 3 altre piazze della battaglia. Nel giro di breve tempo la piazza è diventata un vero letamaio di arance ed inizia a risultare duro camminarci sopra, ed è solo l’inizio, ed iniziamo anche a conoscere qualche personaggio della contrada, le donne in primis ma anche altri personaggi alquanto originali ed abbastanza avvinazzati. Siamo collocato nell’angolo dello speaker, e la nostra è l’ultima area in cui passano i carri nell’area arduina prima di entrare in quella di lancio degli Scacchi, e i carri non poche volte si fermano da noi, dove indubbiamente c’è la gente più ignorante della Contrada e i contradaioli stessi invitano i carri stessi a fermarsi proprio là, ma non tutti acconsentono all’invito! L’andarivieni dei carri ci costringe a continui scatti che poi risulteranno alquanto dolorosi, mentre cominciamo ad apparire tutti più luridi che mai, mentre l’usanza goliardica tra quelli della contrada di buttarsi sul capo le arance marce viene estesa anche a noi! Dopo un po alcuni però non capiscono la nostra presenza, vedendoci senza divise, quindi alcuni contradaioli ci chiedono una logica spiegazione, noi scarichiamo la cosa sullo speaker, ma comunque, ci viene detto, se vogliamo continuare dobbiamo presentare un’offerta alla contrada come tutti gli altri...ahi ahi ahi!!!! Qui si tocca il tasto dolente! Veniamo portati in una specie di cancellata medievale in cui vengono prese le offerte...le prime cifre che ci vengono dette sono da capogiro (alla faccia dell’offerta) alla fine io e Vocione ce la “caviamo” con 20 euro a testa (aaarrrgghhhh), Diego caccia una piotta in lire, ma non avendo un adeguato resto quelli della contrada gli chiedono gli spicci, e Diego la sfanga con 15 sacchi (lire), sicuramente è stato più furbo di noi, Lorenzo dice direttamente che non ha una lira e fa bene! Chiediamo almeno un ricordino visto che non ci viene dato niente, alla fine ci vengono date le toppe che comunque sono di grande effetto! Adesso che siamo in regola andiamo a battagliare, non prima di aver conosciuto alcuni personaggi tra cui spiccano “gli Austriaci”, tre tipi ignorantissimi che vengono da Innsbruck tutti gli anni, ma se è per quello c’è anche uno scozzese, un Frusinate, un Terracinese (ignaro del gemellaggio Terracina-Lodigiani) mentre di fighe locali non ce ne sono più di tante, anzi, poche, ma è normale che dove vanno gli Ultrà Lodigiani di topa ce n’è ben poca roba!! Si riprende a battagliare con i carri che diventano numerosissimi, mentre Lorenzo sta a guardare da dietro le reti, prima di decidere a rientrare anche se non ha pagato Ad un certo punto uno di quelli più“scocciati”della contrada viene da noi e ci dice”Gli Ultrà Lodigiani se son venuti fino a qua devono farsi valere, dal prossimo carro venite sotto con me!”...noi ci guardiamo e seppur con un po di timore accettiamo, anche incuriositi dalla cosa, perché è vero che fino a quel momento siamo andati vicinissimi ai carri, ma sotto sotto veramente no! La nostra”guida”ci spiega le tecniche essenziali, colpire duro, guardare a testa bassa se l’aranciere sul carro sta per lanciare, in caso negativo tirargli con forza e decisione l’arancia! Noi apprendiamo ma prima di passare all’azione una adeguata prepausa ci viene offerta al nostro angolino con la distribuzione di vin brulé, una brodaglia orribile di vino rosso caldo e chiodi di garofano...la prendiamo con entusiasmo io e Vocione per provarlo, ci guardiamo schifatissimi, Vocione appoggerà il bicchiere con molta disinvoltura presso le casse di arance, io lo farò cadere senza che nessuno se ne accorga, per non urtare la suscettibilità degli eporediesi! Anche Lorenzo, che ha preso dopo di noi il vin brulé ci riferirà il tutto abbastanza schifato! Evidentemente non è il momento nostro...dopo il vin brulé i carri vengono interrotti per la sfilata storica di 15 minuti, che ha un effetto molto ma molto suggestivo! Durante questa benedetta pausa andiamo a dissetarci alla fontana (e a toglierci il saporaccio del vin brulé aggiungerei), le gambe iniziano a essere pesanti, il campo di battaglia sa di arancia ed è diventato una via di mezzo tra bianco ed arancione! “Non sei Paolo Limiti”se ne esce Lorenzo con un nostro interlocutore di Napoli, anche lui Arduino, lui sorpreso e incredulo risponde “Come????”e Lorenzo:”Niente, semo tutti daa Roma!”e il purgato, che effettivamente sembrava davvero Limiti :”Ah si!”...mah! Riprendono i carri! Il nostro trascinatore non si è scordato di noi e ci porta sotto i carri...io e Vocione andiamo decisi, di Diego si perdono le tracce, Lorenzo alla fine non se la sente...io e Vocione combattiamo da subito da guerrieri, e in un primo momento le diamo senza prenderle...ma ecco arrivare, con fiera lentezza, il carro gialloblu...fieri e spavaldi gli andiamo sotto, ma sia io che Vocione prendiamo una sveglia assurda...io ho preso una botta in fronte ed una sullo zigomo vicino all’occhio (senza segni per fortuna), Vocione viene preso in pieno labbro ed avrà anche una piccola emorragia subito frenata...i gialloblu ci hanno rotto veramente il culo! Devo dire che questa esperienza ci è servita! Tutti gli altri carri verranno purgati da me e Vocione e non riceveremo più nemmeno un’aranciata nonostante fossimo sotto al carro! Ore 17: dopo 3 ore di battaglia decidiamo di andarcene, purtroppo è tardi! Salutiamo gli Arduini, nostri valorosi compagni di battaglia! Per gli Ultrà Lodigiani è un’ovazione ed alcuni intonano”Lodigiani olé”, mentre per il valore dimostrato riceviamo un gagliardetto degli Arduini a testa! Questo è il quadro che ce ne andiamo dalla piazza: livelli di acido lattico altissimi, siamo arruginiti e Lorenzo prima di lasciare la piazza farà un volo scivolando su un’arancia tra le risate dei presenti! Tutti zozzi da morire, io che sono l’unico coi capelli un po lunghi ho la testa impappinata, mentre gli abiti di tutti e 3 fanno semplicemente schifo, i miei pantaloni sono ancora in tintoria!!! Il percorso dalla piazza alla stazione, che stamane era volato, diventa lentissimo, andiamo a 2 all’ora, ma troviamo le forze di farci un’ultima foto...ah, nel frattempo Diego, che si era perso, alla disperata ricerca nostra, ci passa davanti mentre apriamo gli striscioni e non si accorge di niente, filando dritto verso la stazione! Arriviamo al bar dove abbiamo posato i nostri bagagli, siamo luridi ed il proprietario ci dice :”prendete i vostri bagagli ed andate”....ed io che speravo di riusare il pulitissimo cesso del bar (ma non credo solo io!). Ci tocca andare ai cessi della stazione, dove la zella è alta almeno 10 centimetri, che rate!!!! Nel frattempo abbiamo ribeccato Diego, ricongiunto a noi! Io mi accorgo, al cesso, di aver fatto un grave errore: non mi sono portato lo shampoo...almeno Vocione ha la pelata, quindi per lui non era un problema, Lorenzo invece non se l’è proprio posto (zingaro) io mi sono lavato i capelli con l’acqua gelida che una volta passata dalla mia capoccia scendeva arancione! Ma il bello è stato cambiarci integralmente cercando di non mettere mai i piedi a terra, dato che là correva il tetano! Dopo un po stanchissimi, aspettiamo il treno, non prima che Lorenzo e Vocione inizino a beccarsi perché il primo non ha saldato un debito di 5 euro al Vocione dicendo che non aveva i soldi tranne poi sfondarsi di cibo a Genova (spesa almeno 10 euro), mentre qualcuno, lasciando un po troppe sgommate sulle mutande, ci ha impuzzolentito il viaggio...cose cha purtroppo capitano! Sul treno per Torino saliamo senza biglietto in prima classe, puntualissima la purga dello Zio dopo Chivasso, purtroppo ci ha visti salire ad Ivrea e ci vuol far pagare il biglietto di prima classe fino a Chivasso e poi di seconda fino a Torino, entrambi con la maggiorazione di 5 euro! Io cerco di trattare, lo zio risulterà anche offensivo nei modi, però alla fine riusciremo ad avere un Ivrea-Torino di seconda senza maggiorazione, come un biglietto normale, anzi fatto fino a Porta Susa invece di Porta Nuova risparmiando alcuni spiccioli! A Torino c’è presto il cambio, si va fino a Genova. Il treno appare tranquillo, ma lo zio, appena partito, ci inizierà a purgare! Mentre Lorenzo va fino al cesso per nascondersi, essendo l’unico senza biglietto, noi gli facciamo vedere i nostri bei chilometrici fino ad Alessandria, ma Vocione si è scordato di timbrare il biglietto, lo zio non vuole sapere di scriverlo a penna e farà pagare 5 euro di sovrattassa al Vocione, ma se non altro lo zio non ci chiede dove andiamo con quei biglietti! Ci penserà Lorenzo che, una volta sgamato, verrà al posto nostro per prendere i documenti con lo zio che lo segue come un cagnolino...“scendo ad Alessandria”gli dice, prendendosi la multa, mentre lo zio ora sa dove dobbiamo scendere, vedendo Lorenzo con noi! Scattano le offese gratuite contro Lorenzo, ma mi pare il minimo! Superata Alessandria lo zio riviene apposta da noi, e ci chiede perché non siamo scesi...io gli dico chiaramente che dobbiamo arrivare fino a Genova ma che, se ci deve fare la multa, preferiamo scendere alla prossima, vale a dire Novi Ligure, dove, gli aggiungo io”ci potremo fare la foto davanti a casa di Erika con lo striscione!”. Arrivati a Novi Ligure veniamo braccati a vista dallo zio che, scesi noi, ci segue per assicurarci che non risaliamo finché non imbocchiamo le scalette (uomo di merda!), ma non per questo eviterà le nostre offese gratuite! Per la foto davanti alla famosa casa non c’è tempo per il passaggio del treno dopo, solo io e Lorenzo abbiamo un po di tempo per andare nel vicino centro storico di Novi Ligure per vedere se c’è qualcosa aperto...abbiamo tanta fame!!! Purtroppo niente da fare, la fame dovrà attendere Genova, ecco che passa il treno successivo! Vocione per sfogarsi tira fuori il megafono per offendere dal treno i malcapitati in stazione, ma nemmeno fatto il primo metro ecco arriva un altro Zio (e che cazzo), stavamo pure in prima classe...gli scongiuro di non romperci più di tanto, gli dico che siamo senza una lira e che dobbiamo farci solo pochi chilometri fino a Genova, dove un mio zio ci avrebbe dovuto ridare i soldi (ma ve lo immaginate uno zio genovese che elargisce generosamente?), lo zio la beve e ci lascia in pace almeno per quei pochi chilometri! Arrivati a Genova alle 22.30, il nostro treno sarà all’una circa, abbiamo tempo. Fuori piove, purtroppo sfuma il giro per Genova che avevamo programmato! Per fortuna c’è uno Spizzico aperto, in cui, a più riprese, riempiremo le nostre panze che comunque erano diventate troppo vuote, una ricarica di energia davvero notevole anche se il sonno ci si stava consumando! Vani i miei tentativi, uniti a quelli degli altri, di arraffare a sbafo alcuni calzoncini, purtroppo dovremo pagare tutto onestamente! Alla fine veniamo buttati fuori perché era l’ora della chiusura, si pone il problema biglietto, visto che le biglietterie erano chiuse e le automatiche non prendevano i soldi, quindi si farà sul treno. Ultimi scorci di questa bella esperienza. Giochiamo alla tedesca in piena stazione col mio pallone di gommapiuma, almeno finché i piselloni non ci inviteranno a farla finita (quanto avrebbero voluto togliersi quelle divise per giocare con noi) e alla fine come dei barboni ci buttiamo per terra! Arriva finalmente l’ultimo dei 6 treni presi, quello che ci porterà fino a Roma. Proviamo ad aggiustarci in prima classe, ma lo zio ci purga subito, io, Vocione e Diego facciamo il biglietto fino a Pisa, Lorenzo avrà il nominativo preso dallo zio, ma fidatevi che non gli arriverà nessuna multa! Per stare comodi ci dividiamo in 2 scompartimenti, da una parte io e Lorenzo, dall’altra Vocione e Diego. Ci addormentiamo subito, io non mi sono neanche accorto che è entrato un tizio nello scomparto, i controllori non passeranno più, curiosamente uno zio è passato poco prima di Roma nello scompartimento di Vocione, ma, a quanto pare, è stato liquidato con un“già visto”, mentre da noi non se n’è avuta traccia! Alla stazione, arrivati alle 7, ognuno per la sua strada...che dire, una esperienza bellissima, peccato che non c’è stata una completa partecipazione del gruppo, però va bene così, un’altra pagina ha segnato indelebilmente l’album dei nostri ricordi!

Stefano-Ultrà Lodigiani