Battaglia delle arance 2005

- Il racconto di Daniele -

 

02/02/05 BATTAGLIA DELLE ARANCE  DI IVREA... WARRIORS ALBALONGA & ULTRA' LODIGIANI IN TOUR!
 

Ci siamo è arrivato il giorno che aspettavamo con ansia da molto tempo, sul sito degli amici della Lodigiani leggo i racconti delle passate edizioni e mi faccio un idea di come potrà essere la battaglia.

 

La mattina marino lavoro perché preferisco riposarmi un po’ per essere più fresco nella battaglia che ci aspetterà con gli zii, pranzo dalla mia ragazza, che tenta invano di convincermi a non partire, e resto con lei fino alle 18:00; poi vado di corsa a prendere l’autobus con direzione Anagnina. Una volta giunto a destinazione prendo la metro da bravo portoghese e mi dirigo alla fermata di Subaugusta dove ho appuntamento con Simone alle 18:30. Aspetto e guardando l’orologio mi accorgo che sono le 18:40, accendo il cellulare e lo chiamo e con grande sorpresa vengo a sapere che non sarà dei nostri causa influenza (seppellito sotto le sue 10 coperte aveva ancora freddo!)! Scendo di corsa nel sottopassaggio e prendo la metro che mi accompagnerà gratuitamente fino a Ponte Lungo mentre i miei pensieri vanno a Simone poiché sapevo quanto ci teneva ad essere presente in questa occasione.

 

Arrivato a destinazione esco dalla metro e mi dirigo di corsa verso la stazione Tiburtina dove mi incontro con Stefano e Nicola e dove mi rendo conto che per la fretta mi sono scordato a casa la borsa con le birre, lo striscione e la sciarpa del gruppo…che rosicata! Prendiamo un biglietto da 2,50 euro e contiamo di arrivarci fino a Grosseto, segniamo il territorio e una volta saliti sul nostro treno si parte alla volta di Grosseto (ci rode parecchio il culo per aver fatto il biglietto da 2,50 euro ma non possiamo permetterci che ci facciano scendere). Dopo un breve tragitto ci vede lo zio, compiliamo in fretta e furia i biglietti e quando ci viene a controllare gli diciamo che dobbiamo scendere alla prossima fermata, ma lo zio una volta timbratoci il biglietto si mette a pochi metri da noi e ci tiene sottocchio e quando il treno si ferma ci fa cenno di scendere, allora Stefano da bravo portoghese si alza e con tutta calma spiega al controllore che dobbiamo andare a Grosseto (niente poco di meno che) dalle nostre ragazze e che nelle borse che ci portavamo dietro avevamo i vestiti di ricambio per i 3 giorni che dovevamo passare da loro (NIENTE! C’avevamo solo un cambio del dopo battaglia e una piccola scorta di cibo!). Lo zio ci casca e riusciamo a farci fare un solo biglietto per tutti e 3 fino a Grosseto facendoci pagare 7,50euro che raggiungiamo facendo la colletta fra di noi e unendo tutti le monete che abbiamo nelle nostre tasche visto che viaggiamo in un treno di pezzenti e tirchi (chi vuol capir capisca!). Sul treno si parla, si scherza e soprattutto si purga.

 

Arrivati a Grosseto diamo uno sguardo ai treni e poi una volta usciti dalla stazione ci fermiamo a sostare su una panchina situata di fronte la stazione dove consumiamo la nostra cena a base di panini e birra e scambiando due chiacchiere ci accordiamo per fare visita allo stadio del Grosseto calcio. Lungo il tragitto che ci porta dalla stazione allo stadio ci soffermiamo in un bar del luogo per scaldarci dal freddo e ci imbattiamo nel “GRILLO” noto extracomunitario del luogo che mantiene da solo con il suo stipendio il bar grossetano spendendo tutti i suoi $oldi in una slot machine! Il tale è stato da noi soprannominato il “grillo” per via del suo buffo giacchetto di colore rosso con al retro raffigurante il muso di un cavallo con la scritta  GRILLO in bella vista! Il fagiano viene purgato oltre che da noi, con tanto di foto al seguito, anche dai suoi amici! Dopo una buona mezzora passata a guardare il grillo sperperare tutti i suoi averi usciamo dal bar e ci dirigiamo verso lo stadio del Grosseto, lungo la strada segniamo il territorio e su dei secchioni compariranno delle scritte dedicate al grillo. Arrivati dinanzi lo stadio nascondiamo le borse in un posto sicuro e ci facciamo l’intero giro al di fuori dell’impianto in cerca di una porta aperta tramite la quale intrufolarci nell’impianto sportivo ma non abbiamo molta fortuna ed allora scavalchiamo le mura del campo all’altezza della curva grossetana. Una volta entrati nell’impianto ci facciamo un giro nella curva grossetana e nella tribuna per poi arrivare al settore ospiti dove marchiamo il territorio, il tempo di scattare qualche foto ricordo e di dissetarci con dell’acqua gentilmente offerta dall’impianto e poi torniamo al punto di partenza e ci caliamo lentamente all’esterno dell’impianto. Una volta usciti do un ultimo sguardo all’impianto, davvero bello, recuperiamo le borse e ci incamminiamo verso la stazione. Fra una chiacchiera e l’altra ci ritroviamo davanti al bar dove avevamo fatto la conoscenza del grillo e nei pressi del bar notiamo alcune scritte del tipo “grillo paga”, “grillo fagiano”, “grillo mantienimi” con delle immagini raffiguranti delle slot machine…ci soffermiamo giusto il tempo per farci due risate e poi ci incamminiamo verso la stazione. Arrivati alla stazione ci sistemiamo nella sala da attesa ed aspettiamo l’arrivo del nostro treno e nel frattempo io leggo fans magazine mentre vicino a noi un anziano signore, che si è sistemato in stazione per passare la notte, dorme beatamente mentre emette dalla sua bocca rumori tutt’altro che rilassanti e per questo è diventato una specie di attrazione per i passanti!

 

Arriva il nostro treno e veniamo a sapere che verso le 5:00 del mattino si divide in due parti, una parte andrà a Nizza e l’altra Torino, la nostra meta. Prima di salire ci controlliamo bene intorno….lo zio è lontano si trova nei vagoni iniziali ed allora noi ci accomodiamo in quelli opposti! Girovaghiamo in cerca di una cabina libera ma non abbiamo molta fortuna ed allora ci accomodiamo in una cabina dove ci imbattiamo in un signore di una certa età di origini da accertare (parlava una lingua indecifrabile!);  una volta purgato il tale per via del cattivo odore proveniente dai suoi calzini, ci accomodiamo e iniziamo a parlare un po’ del nostro movimento e della battaglia delle arance. Nel frattempo il nostro “ospite” faceva sonni profondi e così oltre al profumino dei suoi piedi ci dobbiamo subire anche il rumore del suo ronfare?! Non credo proprio ed allora il tale viene fatto oggetto di purghe e Stefano ne approfitta per scattarsi una foto ricordo. Il viaggio è lungo e decidiamo di riposarci un po’  per essere più freschi per la battaglia ed allora mettiamo le sveglie agli orologi e ci facciamo una pennica. Suona la sveglia, ci svegliamo e dello zio non vi è alcuna traccia e non appena si ferma il treno chiediamo quali vagoni andranno a Nizza e quali a Torino scoprendo che i vagoni che andranno a Torino sono quelli iniziali. Allora li raggiungiamo in fretta e furia.

 

Una volta saliti nei nuovi vagoni ci accomodiamo in una cabina e passiamo il tempo a guardare le foto che Stefano ha portato con sé e fra un commento e l’altro il tempo vola, ma per il nostro malcontento ci accorgiamo che lo zio sta controllando le cabine una ad una e in breve tempo raggiunge la nostra che inspiegabilmente salta dirigendosi in fretta e furia negli altri vagoni. Noi non sappiamo dare una spiegazione a questo suo gesto ma senza dubbio ne approfittiamo e ci dirigiamo di corsa nei vagoni dove lo zio aveva già controllato e dove noi ci accomodiamo tranquillamente purgando i viaggiatori paganti! Il viaggio scorre tranquillo e una volta arrivati a Torino scendiamo dal treno e con noi ci portiamo dietro un souvenir preso dal sottoscritto  e regalato a Stefano che per l’occasione mi ha dato la fama di diabolik! Mentre ci dirigiamo verso il bar il nostro cammino è accompagnato oltre che dalle purghe anche da dei cori goliardici del tipo “paga tutto trenitalia”, “…il biglietto non ce l’ho lo comprerò….col cazzo!”, “ e lo zio is my friend”,  dopodiché il nostro pensiero vola verso la tassa pagata per raggiungere Torino (Roma-Torino 5 euro….manco male!). Girovaghiamo un po’ per la stazione, poi ci soffermiamo a gustarci un caffè gentilmente offertoci da Nicola in un caldo bar dove ci gustiamo anche qualche cornetto caldo. Usciti dal bar parte la scommessa, ovvero i piemontesi sono così tirchi come tutti dicono? Vogliamo constatarlo di persona ed allora fingiamo di non avere i soldi per il biglietto e chiediamo ai passanti qualche spicciolo per farlo…il risultato è stato negativo in quanto in 3 non siamo riusciti a ricevere neanche un centesimo. Teoria confermata! Passeggiamo un po’ per la stazione e cosa vedono i miei occhi una volante della polizia (quelle che vengono usate per girare liberamente per la stazione per intenderci), nelle vicinanze non ci sono agenti e io non posso perdere questa ghiotta occasione e salgo sul veicolo in stile “assalta la volante” mentre Stefano ne approfitta per immortalarmi in foto. Il nostro treno è in arrivo ed allora torniamo nel bar  e approfittiamo della loro ospitalità per svuotare le vesciche e segnare il territorio dopodiché compriamo 3 biglietti chilometrici  e saliamo sul treno accertandoci di essere ben distanti dallo zio!

 

Si parte; superiamo le prime fermate e dopo poco tempo arriva lo zio e ahimè il biglietto dalla fermata dopo non è più valido ed allora dopo il suo passaggio prendiamo le nostre borse e andiamo a rinchiuderci nel bagno dove passeremo l’intero viaggio fino ad Ivrea. Durante il tragitto scambiamo due chiacchiere cercando di fare il meno rumore possibile per non farci tanare dallo zio e ogni qual volta bussavano alla porta la paura di essere tanati aumentava! Ma nonostante tutto riusciremo a raggiungere Ivrea senza particolari problemi e lasciamo anche un messaggio per i futuri passeggeri che avranno la “fortuna” di ritrovarsi nel bagno ovvero “SE TI TROVI QUI DENTRO… O STAI CAGANDO O STAI SCAPPANDO DALLO ZIO…IN ENTRAMBI I CASI BUONA FORTUNA” messaggio che sarà immortalato su foto da Stefano. Durante la nostra permanenza nella “quarta classe” spizziamo di tanto in tanto fuori dal finestrino fino a che non comparirà il cartello con su scritto Ivrea ed allora non appena il treno si ferma usciamo di corsa dal nostro nascondiglio e una volta scesi dal treno cominciamo a cantare i primi cori  “non pagheremo mai”, “e lo zio è l’amico degli ultras”, “offre tutto trenitalia”, “paga tutto trenitalia”…mentre Nicola e Stefano si esibiscono (imitando alla perfezione Vincenzo Montella) in un aeroplanino proprio sotto gli occhi dello zio che li guarda con occhi sbigottiti!

 

Usciti dalla stazione ci facciamo scattare qualche foto ricordo con lo striscione in mano sotto la scritta “ stazione di Ivrea” dopodiché ci incamminiamo per la cittadina e non possiamo non fare a meno di notare i numerosi addobbi messi per l’occasione (ci sono stendardi, bandiere, bandieroni, stemmi dei vari gruppi ovunque) davvero suggestivo! Fra i vari bandieroni quelli che mi hanno colpito di più sono stati quello gigantesco degli Scacchi, quello della Morte e quello degli Arduini…davvero di ottima fattura! Cogliamo l’occasione per scattare ancora qualche foto sotto una bandiera della Morte e sotto quella degli Arduini ed il bello è che per entrambe la foto ci viene scattata da una buffa, ma più che ospitale, signora del luogo con la quale ci si fanno quattro risate!

 

Dopo il breve “viaggio turistico” per la cittadina ci incamminiamo verso lo stadio di Ivrea (per i curiosi il gruppo ultras al seguito ha il nome di Terror Machine) dove ci cambiamo per la battaglia e dove l’allenatore (in quel momento c’erano gli allenamenti in corso) ci fa dono del gagliardetto della squadra, si scambia due chiacchiere con l’allenatore e i giocatori dopodiché vestiti come pezzenti e sotto lo sguardo divertito dei giocatori ci dirigiamo verso la curva di casa dove prendiamo qualche volantino dei Terror Machine….ci scattiamo qualche foto nella curva, scambiamo due chiacchiere e poi usciamo dall’impianto con direzione supermarket. Durante il tragitto un’arancia vola sopra le nostre teste e non ci colpisce per poco…ci allertiamo, sappiamo che quell’arancia era per noi, ma non riusciamo a trovare il “cecchino” ed allora con passo lungo e sguardo attento ce ne andiamo al supermercato. Una volta entrati si pensa subito al cibo e si fa razzia del supermercato pagando da bravi turisti quali siamo, dopo di che io mi reco nel reparto abbigliamento dove acquisterò la tuta più scrausa che avevano e che indosserò sotto i jeans per la battaglia (durante il viaggio di andata mi si sono strappati sul treno e il freddo di Ivrea mi ha convinto a correre ai ripari!). Una volta usciti ci fermiamo in una piazza non molto distante  e ci gustiamo il meritato pranzo dopo di che, una volta esaurite le scorte di cibo, ci imbattiamo in una mini battaglia delle arance (un tutti contro tutti fra me Nicola e Stefano) che durerà 20 minuti circa (fino a quando le arance, che abbiamo trovato sparse per la piazza, non sono diventate spremuta per intenderci! ). Una volta riposate e recuperate le energie ci rincamminiamo verso la piazza degli Arduini (la squadra con la quale abbiamo combattuto) e lungo il tragitto io e Stefano acquistiamo un berretto tipico della battaglia che oltre a fare da cappello viene usato anche per metterci le arance durante la battaglia.

 

Una volta arrivati in piazza veniamo accolti da Rosario, un membro degli Arduini con il quale scambiamo due chiacchiere anche inerenti al movimento ultras ad Ivrea. La piazza si riempie man mano con il passare del tempo, aspettiamo l’arrivo del carro del gruppo dopo di che andiamo assieme a Rosario in un bar situato in fondo alla piazza dove ci gustiamo un caffè corretto, gentilmente offertoci dagli Arduini e dove lasciamo le borse per essere più liberi per la battaglia. Prima di riuscire dal bar ci iscriviamo per la battaglia , poi una volta usciti noto un ghigno sinistro stampato sulle facce di Stefano e Rosario ma non riesco a spiegarmi per quale motivo avevano quelle facce cosi divertite…dopo poco Rosario mi dice di togliermi il cappello e mi “battezza” spremendomi un’arancia sulla testa e dopo ripete la stessa cosa con Nicola con il quale per goliardia ricambiamo il favore al nostro battezzatore! Si scambiano due chiacchiere con Rosario e i gli altri veterani della battaglia che ci consigliano di stare buoni in disparte a vedere il primo carro per renderci conto di come funziona quando dall’angolo spunta proprio il primo carro, lo vedo in lontananza e vedo una miriade di arance che provengono da tutte le direzioni colpire gli avversari che cercano di controbattere come possono... mille pensieri mi passano per la mente, sono venuto qui per battagliare e non per fare lo spettatore ed allora al diavolo i consigli, prendo le prime arance che mi capitano a tiro e sotto lo sguardo sorpreso di Stefano, Nicola, Rosario mi scaglio contro il carro e comincio a lanciare le prime arance (ma anche a prenderle!). Poi torno al punto di partenza al fianco di Nicola e Stefano, il tempo di girarmi ed ecco arrivare verso di noi il secondo carro e allora via di nuovo sotto a battagliare! I carri si susseguono uno dietro l’altro e le arance si sprecano (nel giro di pochi minuti non si riusciva a vedere più l’asfalto letteralmente coperto dalle arance che rendevano più difficoltosa la battaglia in quanto rendevano il terreno scivoloso!), ne ho tirate talmente tante che ho perso il conto ma non si sa neanche quante ne ho prese (sulla testa, sul collo, sulle gambe, sulle braccia, sulla schiena….). Durante la battaglia di tanto in tanto, vista l’occasione, mangio qualche arancia e lasciatemelo dire non erano davvero niente male! Poi Stefano si offre generosamente di fare qualche video e scattare qualche foto mentre io e Nicola battagliavamo fino a quando non si arriva a un momento di pausa! Durante la pausa ci viene offerto del vin brulè (ma sinceramente lo bevo più per scaldarmi dal freddo che per altro!) mentre scambiamo due chiacchiere con Rosario con il quale ci vengono scattate un paio di foto dai fotografi del luogo! Successivamente arrivano in piazza alcune pantere (cosi vengono chiamate da Rosario) che vengono prese di mira da persone di origine romana che li usano per fare una specie di tiro a bersaglio per il loro divertimento, le “pantere” incassate le prime arance riescono quasi a sgamare uno di questi 3 facinorosi “burloni” ma sono costrette a battere in ritirata in quanto la battaglia è ripresa ed il primo carro è già imboccato nella piazza! Si ricomincia  a battagliare ma buttando un occhio all’orologio ci accorgiamo che ora di andare, si salutano Rosario e gli altri, recuperiamo le borse al bar e ci dirigiamo verso la stazione…lungo il tragitto sembrava di camminare sul ghiaccio in quanto lungo la discesa la strada era piena di bucce di arance che rendevano la strada tutt’altro che sicura (ricordo che durante la battaglia Nicola è scivolato rompendo delle cassette contenenti le arance per la battaglia…momenti indimenticabili!). Mentre ci dirigiamo verso la stazione lungo il tragitto ci sentiamo osservati dalle persone che sostavano ai bordi della strada che ci guardavano divertiti ma anche un po’ schifati. Giunti alla stazione scattiamo ancora qualche foto dopo di che aspettiamo il treno che arriverà dopo poco tempo, una volta saliti ci impadroniamo prepotentemente dei due bagni che usiamo come “rifugio” per cambiarci e per toglierci di dosso i residui delle arance (impresa che durerà 20 minuti circa).

 

 

Arrivati a Chivasso prendiamo il treno per Milano, il cui tragitto è lungo e noi ci accomodiamo in un vagone dove scambiamo due chiacchiere per passare il tempo aspettando lo zio (avevamo il biglietto "appena" fino a Novara) e manco a farlo apposta dopo poco in lontananza si intravede il nostro amico zio (e lo zio is my friend, is my friend, is my friend!), rimaniamo seduti nei nostri posti e continuiamo a chiacchierare tranquillamente con aria disinvolta  per non dare nell’occhio, ma il tempo passa e lo zio è sempre più vicino e il biglietto è in scadenza! Il nostro “amicone” controlla tutti i passeggeri uno per uno senza fare sconti a nessuno fino ad arrivare a pochi passi da noi dove si imbatte in una anziana signora sprovvista di biglietto…i due parlano per una 20 di minuti e l’anziana signora cerca di non fare il biglietto ma non c’è niente da fare, questa volta lo zio è un osso duro e senza pietà dice alla signora che se non ha il biglietto lo deve fare o altrimenti gli fa la multa, ed allora mano al portafoglio l’anziana signora sborsa fino all’ultimo centesimo per pagare la sua tratta!

 

A quel punto lo zio torna indietro per inspiegabili ragioni e noi ne approfittiamo ed andiamo dalla parte opposta alla sua direzione e scendiamo alla prima fermata, cioè Novara. Prima di scendere diamo un’occhiata per vedere quanti zii ci sono sul nostro treno e ci accorgiamo che oltre a quello che ha purgato la vecchietta ce né un altro dalla parte opposta, in poche parole siamo braccati, e per non rischiare che ci facciano scendere in qualche stazione sperduta scendiamo a Novara dove sappiamo che passerà in breve tempo un altro treno con direzione Milano! Aspettando il nostro treno ne approfittiamo per fare uno spuntino dopo di ché saliamo sull’intercity che ci porterà alla stazione di Milano senza alcun problema.

 

Scesi alla stazione di Milano soliti cori pro-zio e altri di pura goliardia dopo di che con un altro treno in 5 minuti raggiungiamo Milano Lambrate dove aspettiamo il treno che ci riporterà nella capitale. Durante l’attesa ci posizioniamo vicino agli zii ed attendiamo con loro l’arrivo del treno sbeffeggiando le persone che, secondo noi, erano sprovviste di biglietto con aria superiore (per il ritorno nella capitale abbiamo prenotato dei biglietti al costo di udite udite 9euro…manco male no?!). Una volta arrivato il nostro treno ci facciamo scattare qualche foto ricordo dai passanti e poi saliamo. Ci sistemiamo ai nostri posti e dopo poco si parte, l’atmosfera è allegra si mangia, si scherza, si gioca e non mancano mai quattro chiacchiere sul nostro movimento fino a quando non cominciano ad arrivare le prime vampate di calore…avvertiamo lo zio 1,2,3,4 volte, le scorte di acqua le abbiamo esaurite, e dallo zio riceviamo sempre le solite risposte “provvederò”, “ora vedo cosa posso fare”, “sto intervenendo” etc. fino a che non ci dice “ma noi il calore lo mettiamo a posta per far spogliare i nostri passeggeri” (?!?!?!?!) a si?! E bene se è la guerra quello che vuole è la guerra quello che otterrà (certo che jella sto zio, de tante persone è andato a scegliere quelle meno indicate per fare lo spiritoso). Invito Nicola e Stefano a contestare tutti insieme a modo nostro, ci togliamo le felpe e le magliette e una volta a petto nudo cogliamo l’occasione per farci scattare anche qualche foto da una ragazza con la quale avevamo socializzato in precedenza e che oltre a trovare giusta la nostra contestazione (come la maggior parte del nostro vagone) la appoggiava in pieno. Dopo una mezzoretta arriva lo zio che effettua il controllo dei biglietti e anche se è distante da noi ci guarda di tanto in tanto senza però dirci niente! Mentre aspettiamo che lo zio arrivi a controllarci i biglietti ci organizziamo per riprendere la scena con la videocamera di Stefano e mentre stiamo curando gli ultimi dettagli lo zio ci chiede il biglietto e ci invita a rimetterci le maglie al che nasce una discussione amichevole tra noi e lo zio alla fine della quale arriviamo ad un accordo, noi ci rimettiamo le maglie e lo zio si impegna a togliere l’aria calda. Però il tempo passa e l’aria calda resta, ci sentiamo presi per il culo ed allora ci ritogliamo le maglie, lo zio ripassa e  preso dal panico ci cambia di posti e a noi si aggrega anche la ragazza che appoggiava la nostra contestazione. Una volta occupati i nuovi posti scambiamo due chiacchiere, la fame è tanta e la sete lo è ancora di più e la ragazza sentendo i nostri discorsi ci offre dell’acqua fresca, dei salatini ed un’isalata che noi ci mangeremo con gusto subito dopo averla ringraziata dei doni! Il viaggio è lungo ma per quanto mi riguarda il mio si ferma all’altezza di Bologna in quanto mi sono addormentato e non mi sono svegliato prima di raggiungere la capitale (la stanchezza era tanta ed il sonno aveva preso il sopravvento!). Tornati a Roma, più precisamente alla stazione Tiburtina, accompagniamo Nicola , infine Stefano mi porta ad Anagnina dove trovo ad aspettarmi Mirco che mi accompagnerà fino a casa, dove mi farò un bel bagno rilassante prima di cadere in un sonno profondo!

 

Oltre ad essere stati due giorni passati all’insegna del divertimento e della goliardia allo stato puro, sono stati due giorni che hanno rafforzato ancora di più la nostra amicizia!