"Voce in Capitolo"numero 60

 

Dieci persone che parlano fanno piu’ rumore di 10000 che stanno in silenzio (Napoleone)

 


Per pochi collezionisti e in versione limitatissima, aggiunta una seconda copertina con la morte di Vocione ed un relativo articolo, da notare la faccia del Vocione quando la ha vista!


Grinta e coraggio per andare avanti! 

La trasferta di Latina e la pausa di metà Febbraio hanno dato sicuramente dei segnali incoraggianti per il nostro gruppo. Forse sarà una mia impressione, ma credo che forse qualcosa rispetto a prima s’è sbloccato. Vedo che, a parte qualche eccezione, il morale di tutti è aumentato, e non c’è più quel clima di auto commiserazione che c’era pochissimo tempo fa. Non voglio dire con questo che tutto va bene e che tutto fila per il verso giusto, ma se non altro mi sto guardando intorno e, pur timidamente, inizio a vedere chi si sta rimboccando le maniche. Un po di ottimismo, quindi, non guasta mai, e speriamo che da questo momento in poi le cose migliorino, e spero che così sia perché in fondo questo gruppo ha scritto pagine stupende della mia vita e spero che lo stesso sia ( e sarà) per tutti voi. Non so se ogni tanto vi ricapita di rivedere nel nostro sito, delle cose vecchissime, oppure, se siete fortunati, rileggere qualche numero di OFL , Kick Off, o, perché no, le prime voci in capitolo; beh, sicuramente vedete il patrimonio di vita vissuta che ci siamo lasciati alle spalle, e a volte, rivedere vecchie cose fa anche capire che molte cose non sono poi tanto cambiate nel corso degli anni. Sicuramente è cambiata tanta gente, di acqua sotto i ponti ne è passata tanta, abbiamo visto sotto i nostri occhi un numero indefinito di dirigenti e giocatori, ma noi ci siamo sempre, e deve essere questo l’orgoglio del nostro gruppo, quello di esserci, quello di tenere duro. Bisogna collaborare tutti ora che i risultati arrivano e ora che nuove ambizioni ci attendono, i più giovani spero che ci continuino a sostenere e col loro entusiasmo continuino a dare nuova linfa al gruppo, mentre noi altri che seguiamo da anni dobbiamo in qualche modo credere di più in quello che facciamo e che, nei casi di alcuni di noi, abbiamo sempre fatto. Come ho scritto in copertina, non dobbiamo mollare ora, bisogna cercare di resistere nei momenti più brutti come questa stagione per poi goderci tutti quelli belli. Bisogna ancora credere che ogni viaggio, ogni trasferta, ci potrà regalare nuove emozioni e che dietro ogni chilometro del treno che percorriamo ci siano sempre momenti di vita ultrà che non andranno dimenticati. Dobbiamo crederci tutti noi in questo gruppo, perché penso, o almeno spero, che per ognuno di voi essere un Ultrà Lodigiani sia una scommessa da vivere con senso di sfida e con ardore. Crederci vuole anche dire mandare a fare in culo tutti i nostri vari gufi e denigratori, chi ci vuole male più o meno dal ‘96 in poi (Tirreno docet, chi v’ho aritirato fori dalle fogne, eh?!?), i vari speculatori di Montecatini Terme, e soprattutto vuol dire mostrare un esempio di una curva che nonostante questi tempi moderni che sono quel che sono, continua a credere in un mondo ultrà genuino e goliardico. Quindi, visto che di solito, a quanto pare, incuto timore e suggestione un po a tutti (una nota psicologa esterna al gruppo me lo ha confermato)non so per quale motivo, stavolta voglio cercare di diffondere un certo ottimismo, vorrei che quando vi guardate intorno e vedete le solite 30, se ci dice bene, facce da sfigati, non la vediate come una cosa squallida, ma come la base per poter continuare ed aspettare momenti migliori che, fidatevi, ci saranno. Basta crederci. Basta che ognuno di voi abbia nella propria testa la voglia, l’entusiasmo ed il coraggio (il coraggio) di non mollare. I vostri amici non vi seguono nel venire a vedere la Lodigiani? Sti cazzi, il peggio è loro, tanto non si paga ed ultimamente mi sembra che ci stiamo divertendo! I vostri genitori (in genere il padre) fanno la faccia schifata perché andate a vedere la Lodigiani in trasferta? Non è un problema vostro, in fondo non possono capire, quando erano giovani loro la Lodigiani nemmeno esisteva! Vi scoglionate perché siamo in pochi? Ricordate, la vera forza non è nella massa, ma nel cervello! Vi incazzate perché i giocatori non vengono sotto la curva perché manco ci considerano? Fate bene ad incazzarvi, ma le merde sono loro, non siamo noi, noi il nostro dovere lo abbiamo fatto e ci siamo sgolati per 90 e più minuti! Cerveteri vi ha fregato i soldi? Non vi preoccupate, è capitato a tutti , l’importante è non cascarci e vedere il vostro principe come un personaggio goliardico! Vi sentite demotivati e vi reputate dei gran sfigati nella vita? Non vi preoccupate, qui allora siamo tutti degli sfigati, gli ultrà sono noti soprattutto per quello! Il mio messaggio finale, quindi è monotono, ripetitivo, magari assillante, ma credo sempre che sia il messaggio più significativo che uno che ha 10 anni di militanza ormai passati vi possa dare dalla sua modesta esperienza: ragazzi non mollate, e crediamoci, questa Lodigiani potrà veramente mettere le ali e a quel punto saremo noi sul carro dei vincitori, perché il carro ci spetta di diritto, per tutte le sofferenze, per tutta la depressione, per tutte le sconfitte che in questi anni abbiamo subito, rialzandoci sempre in piedi come credo nessuno (nessuno) avrebbe mai saputo fare! Ma del resto, noi siamo noi! AVANTI ULTRA’ LODIGIANI

Stefano - Ultrà Lodigiani


Saliscendi

 


L’ennesimo articolo per la fanzine… 

…non bisogna definirsi ultrà della Lodigiani, bisogna esserlo. Definirsi, senza poi identificarsi in pieno (pensiero/azione) è inutile. Ultrà della Lodigiani, lo si è esclusivamente per passione allo stato puro. Lo si fa per passione, perché non si può essere masochisti. Entrare a far parte di questo gruppo, ti apre la mente su molte cose della vita: cosa voglia dire dare senza mai ricevere, prendere solo ed esclusivamente calci in faccia. Chi più, o chi meno, questa condizione l’abbiamo vissuta tutti nel gruppo. Chi l’ha subito solo da ambiente e società, e chi (non io) dagli stessi componenti del gruppo. Se si continua, lo si fa esclusivamente per passione. Non per titanismo (subito o effettuato), o noia. Bene, io non sono più un ultrà della Lodigiani. E’ facile direte voi, dirlo così. Ma io non ho più passione per la causa, quindi non me la sento più di continuare. No che non me la sento, non posso. Non posso continuare, a seguire la causa senza più passione. Per rispetto mio e vostro. E sono più sincero, che tanti altri che sono andati via, sbattendo la porta in faccia (della macchina?) al gruppo, senza dire niente. Io vi dico la verità, e uso internet per facilità, se vogliamo un incontro per parlarne per non ci sono problemi. Non ho remore, nel guardare qualcuno del gruppo fisso negli occhi per dirgli come stanno le cose. E mi sento più sincero così, che continuare a seguire la causa passivamente o sporadicamente…o tutto o niente. Il nichilismo passa per gli estremi…questo messaggio per me non è un addio, perché non ho remore, ne rimorsi, nell’essere entrato a far parte di questo gruppo, che tanto mi ha dato, e tanto mi ha insegnato. Vi auguro, con tutto il cuore, una rinnovata coesione di gruppo, e soprattutto tante soddisfazioni…vince sempre chi più a lungo sa patire. E il gruppo Ultrà Lodigiani ha patito a lungo…in amicizia e sincerità. 

Simone (Quirino) - Ultrà Lodigiani

Non potrà mica sempre piovere!

Lunga vita agli Ultrà Lodigiani.


“Una volta, negli anni’80, quando facevi un pullman, ti prenotavano 50 persone e se ne presentavano 70. Oggi su 50 si presentano in 30”

M.P.


Onore ai martiri delle foibe 

10 febbraio: giornata di commemorazione dei martiri delle foibe. Detto questo forse chiunque si chiederà in primo luogo che sono queste foibe e poi perchè questo anniversario per ricordare i loro martiri. In effetti ammettiamo pure che il fenomeno delle foibe è ormai dalla stragrande maggioranza del popolo italiano dimenticato, ignorato, a volte disprezzato, ed è stato fatto dimenticare nel passato da alcune forza politiche...fino a che oggi non se ne parla quasi più . Visto che credo che molti non conoscano gli avvenimenti riguardanti questa cosa, faccio opportunamente una sintesi della situazione, aiutandomi con l'enciclopedia ( in cui, tanto per rendere l'idea di quanto sia ignorato il fatto, se ne parla in sole otto righe ). Dopo l'8 settembre 1943 il dittatore comunista iugoslavo Tito prende possesso intero delle regioni balcaniche, compresa l'Istria, regione popolata da Italiani e sotto l'Italia grazie all' intervento di Gabriele D'Annunzio richiesto dalla stessa popolazione circa negli anni venti. Città principale dell'Istria è Fiume e questa regione oggi si trova nella parte settentrionale della Croazia e in Slovenia. L'intervento di Tito e dei suoi scagnozzi fu feroce e spietato: non solo si scagliarono contro i militari italiani ma soprattutto contro l'innocente popolo italiano che viveva nelle proprie città. I partigiani iugoslavi non andarono tanto per il sottile, operando quel famoso rastrellamento etnico: i più fortunati vennero invitati ad andarsene ( vennero cacciati via a calci nel culo), perdendo la casa, i parenti, gli amici, e i loro beni; per moltissimi altri il destino fu peggiore, la foiba, grande invenzione dei comunistiÊche lottavano per la libertà e la democrazia..., una "conca chiusa, una dolina carsica" cioè un enorme crepaccio "terminante sul fondo con un inghiottoio". Ebbene si veniva buttati dentro queste fosse comuni solo perchè si era di una nazione diversa, nemica, certo, ma erano comuni persone innocenti. Per chiudere il quadro storico preciso che il fenomeno delle foibe e delle espulsioni continuò purtroppo anche dopo la fine della guerra e che ancora oggi ogni tanto vengono scoperte altre ed altra ancora foibe con centinaia di corpi dentro.

Quello più triste di tutto ciò riguarda quello che accade oggi: le tragedie avvenute in quelle regioni sono del tutto dimenticate, chi è morto non ha alcun onore, chi è scappato e ha perso tutto non ha giustizia, cosicché per tutti ormai questa cosa è accaduta, va bene, “ma alla fine 'sti cavoli probabilmente c'avevano pure ragione i comunisti slavi, è colpa del Fascismo, se la sono annata a cercare…” Purtroppo è questo ciò che avviene, il ricordo di tutto è coperto dalla sabbia. Questo perché, per colpa di chi ha voluto cancellare quel crimine atroce fatto da chi lottava da sempre nel nome della libertà…e con ciò intendo i comunisti italiani che per esempio accolsero gli italiani dell'Istria con sputi e insulti…non c'è che dire, quando uno dice che certa gente è sempre uguale… ha ragione in questo caso. E con il tempo il lavoro di tali forze politiche ha sminuito e fatto dimenticare una delle pagine più nere del popolo italiano. Oggi aldilà di alcune piccole iniziative per far conoscere questo massacro ( alle quali per opposizione partecipano puntualmente gruppi ultracomunisti, no-global, disobbedienti…i soliti insomma ), il disastro delle foibe è ampiamente sconosciuto e comunque mai preso in considerazione. Eppure, spero che lo si sia capito, la cosa ha una certa importanza soprattutto per il fatto che riguarda il nostro popolo ma tuttavia altre iniziative hanno ben altra pubblicità e rilevanza, ma perchè mai ci si ricorda dei martiri delle foibe?? Purtroppo forse solo la storia saprà rendere il giusto onore anche alle vittime dimenticate, ai martiri delle foibe, come anche ai ragazzi della Repubblica Sociale Italiana, a chi, come dice De Gregori in una sua canzone, “è morto dalla parte sbagliata” e per ora riceve per il suo sacrificio solo disprezzo e indifferenza; ancora adesso tra le vittime del nostro popolo infatti esistono morti di serie A e morti di serie B…

Tanto per precisare, avevo scritto questo articolo svariato tempo fa, e attualmente in occasione della giornata è stata fatta qualche iniziativa; mi preme dire che ciò che ho scritto non è dato da idee politiche di partiti o altre cretinate, sono solo idee mie che mi stanno a cuore più che altro per motivi personali; anche se un tocco di politica c'è, non volevo fare politica, solo ricordare nel mio piccolo delle vittime importanti; chi sta storcendo il naso, per favore, non se la prenda troppo.

Pietro-Ultrà Lodigiani


Sottoculture:come conoscerle e come capirle 

capitolo 5:skinheads 

Gli skinheads nascono nel ed iniziano realmente a svilupparsi nl 1969, allora si trattava di un movimento apolitico, prettamente anglosassone, di matrice proletaria e bianca, ma esisteva comunque anche qualche skins di colore, nonostante questo il movimento era abbastanza patriottico e anche sessista. Già a partire dai primi anni 70 le cose iniziano a cambiare e la crisi economica che colpisce la classe operaia inglese si fa sentire, gli skinheads da rissosi hooligans e allegri bevitori di birra, si evolvono verso un modello più caratterizzato dal nazionalismo crescente e in parte dal razzismo, verso i nuovi immigrati di colore che venivano visti come avversari nella ricerca di un lavoro. In quegli anni gli skinhead con ideali diciamo, "più anarcoidi" ed apolitici esistono ancora, ma diventano una netta minoranza, e lo skin diventa sinonimo di fascismo e nazionalismo. La fine degli anni 70' segna la definitiva spaccatura del modo di vedere lo stile Skinhead: gli skinhead di estrema destra si iniziano a riunire e si differenziano dai pochi rimasti redskins inglesi, ed iniziano a nascere le prime bands oi! Prettamente nazionaliste, e nascono anche bands "nazipunk" molto gradite da questi skinheads: "Peter and the wolves, ABH, Public Enemy, Skrewdriver, Ovaltines” questi i gruppi più graditi in quegli anni. Ben presto viene fondata la R.A.C. (la vera musica skin)(rock against communism) associazione che organizza festival e concerti autogestita dagli skins nazionalisti. Molte sono le band oi! che appoggeranno direttamente ed anche indirettamente tale circuito musicale: Combat 84, Condemned 84, Close Shave, queste sono solo le piu' importanti. In Inghilterra tra l'altro sono parecchie le bands punk / Oi! che in un certo modo fanno loro una certa retorica nazionalista, band molto famose al tempo come i Last resort ed in parte anche i 4 Skins, band sicuramente apolitica, il cui cantante venne comunque arrestato per atti di razzismo. In contrapposizione a questo crescente nazionalismo ed anticomunismo nacque in America, e poi in seguito importata in Inghilterra la SHARP (Skinheads against racial prejudice) un associazione che raggruppava gli skins antifascisti. Tutt’oggi esistono nette divisioni tra le diverse fazioni, l'una accusa l'altra di non rappresentare il vero spirito del movimento skins, in realtà ambedue le fazioni conservano, in modi diversi ed in certi casi contrastanti tra loro, parte dell'eredità del movimento skinhead. Oggi gli skins si autodefiniscono in tantissimi modi, Apolitici , nazionalisti, 88, original, sharp, redskins, Rash etc. Una nota va espressa riguardo gli skins: pur essendo nati come movimento apolitico, sin dagli albori della propria storia si sono caratterizzati per un certo patriottismo, il teppismo ed un sicuro sessismo espresso in tantissimi testi di canzoni, estraneo ad una certa ottica ed ad un certo modo di pensare che oggi è abbracciato da tutto il Movimento.

 Giovanni-Ultrà Lodigiani


Tifosi ospiti: i Ragusani

Gioventù Iblea e Brigata Manicomio sono i gruppi su cui ruota il movimento ragusano. Il primo più vecchio stampo, nato dal cambio di denominazione, nei primmi anni’90 da Eagleas a Gioventù Iblea, appunto. Più vicini alle nuove tendenze e con una visione più british i ragazzi della Brigata Manicomio, nata nel 2002. Entrambi i gruppi, con la promozione in C del Ragusa avvenuta nel 2002, hanno portato ovunque i propri vessilli con presenze sicuramente più che apprezzabili, se poi si pensa anche alla collocazione geografica di Ragusa. Anche in casa esprimono sicuramente un buon tifo. Lo scorso anno li ricordiamo per una buona presenza allo stadio Flaminio, dove abbiamo avuto modo di conoscerli, mentre lo scorso anno i nostri ragazzi furono accolti bene da entrambi i gruppi (quest’anno Ragusa è stata l’unica trasferta“saltata”visto che eravamo fermi in trenoin Calabria per colpa del black out nazionale). Sono uniti da un forte gemellaggio con i ragazzi di Paterno’, rivalità per eccellenza è la vicina Vittoria, ma anche con l’Igea Virtus.


Trasferte flash 

1/02/2004 Latina: una trentina di tifosi della Lodigiani presenti nel settore ospiti (più una marea imboscati in tribuna coperta), quasi tutti del nostro gruppo. Sicuramente un buon tifo fatto per tutta quanta la partita, ottima la prestazione nel finale. Altalenante la prestazione dei padroni di casa: ottimi nel primo tempo, cantano con la squadra in svantaggio, nel secondo tempo cantano ma si perdono col passare dei minuti, complice il risultato ed il clima di contestazione sorto intorno alla squadra .


Comunicazioni 

-Gli Ultrà Lodigiani organizzano la loro prima trasferta in Basilicata a Melfi, domenica prossima. Partita delicata, vi invitiamo a non mancare e a contattare Stefano e Cerveteri per prenotare un posto in auto con noi. 

- Anche la prossima partita, forse, si giocherà sempre a Viterbo. In questo caso ci saranno mezzi maggiori a nostra disposizione. Riteniamo comunque incredibile ed assurdo che per colpa del CONI e della situazione in cui versano i suoi campi romani, si debba andare per una partita in casa, addirittura al di fuori della nostra provincia. L’invito ai membri del nostro gruppo è comunque di non mollare e di prendere anche con un certo entusiasmo queste improvvisate “trasferte”. Ultrà vuol dire soprattutto eliminare ogni ostacolo alla propria fede.

 - Chiediamo una maggiore collaborazione nella stesura della nostra fanzine, chiunque può inviarci articoli su ogni tema.


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Voce in Capitolo numero 60
Chiusa il 13/02/2004 alle ore 00:22