Un messaggio per il 2008 (Gennaio 2008)

Premetto che quanto sto per scrivere è probabilmente dovuto al generale pessimismo che a volte si respira verso la fine dell'anno, quando il futuro all'orizzonte appare grigio e senza certezze, e quando non sai quanto ti conviene brindare o meno all'anno nuovo.

Anche se il 2007 non è stato un cattivo anno per gli Ultrà Lodigiani, lo è stato invece per il movimento ultras. Più che cattivo, pessimo, direi. Le morti di Raciti a Febbraio e quella di Gabriele di recente, più che tragiche fatalità, sono sembrate, almeno per come sono state usate, più il frutto di una strategia ben definita che della casualità. Ogni pretesto è stato preso e adattato pur di reprimere il nostro movimento. L'ho detto già da anni, e in tempi non sospetti, forse già dalle prime fanzine che scrivevo nel '96: gli ultrà sono scomodi, politicamente non corretti, sono aldilà delle linee, e non possono essere classificati all'interno di quei gruppi di cittadini omologati e catalogati. Pur di reprimerci hanno inventato delle balle colossali, che purtroppo la gente si beve totalmente. E mentre la nostra televisione ipocrita ci ricorda che a Natale siamo tutti più buoni, noi ancora aspettiamo una risposta, che non avremo mai, ai tanti quesiti che stiamo ponendo da tempo allo Stato italiano: che fine ha fatto l'inchiesta su Raciti? Perché si è dovuto prendere un colpevole nel mucchio, chiaramente tra gli ultrà? Perché sono stati subito insabbiati quei filoni di inchiesta che parlavano di fuoco amico, lacrimogeni, e incidente con la jeep della polizia? E ancora: perché un ragazzo che non c'entra nulla, per la morte di Raciti, è tuttora in galera, mentre il poliziotto colpevole al 1000% della morte di Sandri ha passato il Natale in libertà, e finora non ha trascorso una notte in gattabuia? Perché della morte di Gabriele Sandri già non si parla più, mentre ogni intervento assolutamente fuori luogo della vedova Raciti nelle varie trasmissioni televisive è ben accetto? Ancora di più: perché con la scusa di contenere il fenomeno della violenza negli stadi si sta cercando di svuotarli completamente? Cosa c'entra l'arginare la violenza con il divieto di far entrare striscioni, bandiere, tamburi e megafoni? Quanto prendono i giornalisti della varie testate per dichiarare che, nello stadio silenzioso, "si gioca in una bella atmosfera"? Perché, quando si parla di ultras, lo si fa in termini sempre eccezionalmente spropositati (ultima tra le definizioni quella di "terroristi")? E potrei continuare all'infinito, facendo anche domande che non verranno mai lette a quegli ultras malati di protagonismo che, chiaramente a pagamento, hanno approfittato della situazione per apparire, facendosi intervistare da tutti. Non c'è nulla da fare, più scrivo e più mi sento catturato in un vicolo cieco. E a questo punto mi chiedo cosa farò delle domeniche della mia vita senza stadio, e senza tifo. Che fine hanno fatto quei viaggi in treno per vedere un Taranto - Cavese o un Avellino - Salernitana? Oggi non ne vale più la pena, perché intanto, in settimana, devi vedere se il "Grande Osservatorio" ha disposto qualche limitazione per quella partita, e perché poi sai che finirai in uno stadio senza striscioni (o autorizzati previo fax), senza bandiere, senza tamburi e con quei cori talmente veloci e privi di ritmo che non riesci più a capire neanche le singole parole.

Sembrano le mie, forse, parole esagerate, se si pensa che ormai è da troppo tempo che non organizzo il tifo in prima persona. Purtroppo però anche noi siamo sempre daccapo e dodici. In questi ultimi mesi sono stati proposti progetti importanti, forse troppo grandi per noi, ma noi non stiamo facendo nulla neanche per provarci. Ci si ferma davanti a troppi ostacoli, ci facciamo problemi che una volta non ci saremmo mai fatti, e soprattutto dimostriamo che i nostri propositi sono solo chiacchiere e poco più. Non si sta facendo nulla per riavere la nostra Lodigiani, quindi alla fine non sorprendetevi se, a Maggio, saremo ancora una volta alla speranza di Ceci e Malvicini. Però, almeno, stavolta, non ci dovremo lamentare visto che ce lo saremo voluto noi.

Mi dispiace parlare in termini così secchi e perentori, però non vedo segnali buoni per il discorso prima squadra. Ed è un vero peccato, perché mai, come quest'anno, il gruppo ha dato così grandi segnali di compattezza, di ritrovata unità, di amicizia e di iniziative. Gli Ultrà Lodigiani esistono, la Lodigiani no. Questo dovrebbe bastare e avanzare per farci riflettere.

Chiudo nella maniera più tradizionale possibile, facendo comunque i miei più sinceri auguri di un felice 2008 in primis a tutti i componenti di questo gruppo e ai simpatizzanti, che non sono pochi. Ma auguri anche a tutti coloro che hanno una squadra da seguire, e che utilizzano il proprio palcoscenico per rivendicare la libertà di essere ultrà. Buon 2008!

Stefano – Ultrà Lodigiani