Doveva essere Martedì sera il primo giorno in cui noi ci saremmo dovuti vedere per preparare il regalo per i 10 anni della Nord sangrina, tuttavia alcune defezioni e il fatto che questo gruppo si è confermato un lazzaretto ci hanno fatto costringere a rimandare al giorno dopo l’inizio del nostro lavoro: un bel bandierone, coi simboli del nostro gruppo (il famigerato teschietto) e quello del Cucn Castel di Sangro (l’ostico Asterix), con la scritta “1996-2006”sopra e “Dieci anni” sotto, dato che, come tutti saprete, entrambi i gruppi hanno festeggiato proprio nel 2006 i primi 10 anni di vita. Alle 21 di Mercoledì quindi ci siamo visti io e Nikola: prima tappa l’Ikea, per prendere i cartoni che serviranno da stampo per i due simboli. Da Ikea abbiamo trovato subito dei cartoni della giusta misura, e l’interrogativo, data la grandezza di questi, era come trasportarli, ma alla fine, con la solita nostra inventiva, e urlando frasi senza senso in napoletano, abbiamo montato i cartoni sopra il tettino della mia auto, legandoli artigianalmente con lo scotch da pacchi; il tutto dava l’idea di un equilibrio molto precario (Isola Liri), tuttavia l’accrocco ha retto fino a casa di Simone, non senza il timore che i cartoni ci si potessero sganciare provocando qualche morto sulla Tuscolana. Arrivati da Simone vedevamo quest’ultimo in condizioni a dir poco pietose, febbricitante ma pronto a darci una mano...ma Simone aveva anche una sorpresa, ovvero la famosa e ardita celtica dei Wup Palermo, finita, dopo una marea di giri, in mano nostra, ma solo in prestito per portarla con spirito goliardico dai fratelli sangrini, sicuri che avrebbero gradito la nostra sorpresona (rammentiamo che sia noi che i Sangrini siamo apolitici, ma la goliardia è goliardia!)...con altrettanto spirito goliardico la celtica si è fatta un predecennale nei locali più insoliti, esposta sia in uffici non proprio appropriati (vedi WWF), sia in palazzi della periferia romana, sia per le strade di Roma. Comunque, in un angolo anonimo di Roma Sud cominciavamo il nostro lavoro, e subito è sopraggiunto Valerio, in piena divisa Met.ro, pronto anche lui a darci una mano. Valerio ha comprato subito almeno una decina di birre per il gruppo, generosamente rimborsate dalla nostra cassa...così la preparazione del bandierone è cominciata, tra qualche birra di troppo, con Nikola che, pur impegnandosi non riusciva proprio a disegnare il suo teschietto, io e Valerio ad impegnarci al massimo per disegnare Asterix, e Simone che ha dato una mano dove poteva. Tutto il resto del gruppo è stato assente per acciacchi vari. Quasi all’una di notte, con Asterix quasi pregevolmente finito, ce ne siamo andati a casa, stanchi, brilli, e con un netto ritardo sul lavoro.

Anche Giovedì sera la formazione iniziale era quella del giorno prima, con Simone sempre più malconcio, Valerio che è potuto arrivare solo alle 23 e una rapida presenza del Roscio anch’egli febbricitante ma che ha dato il suo contributo, soprattutto in termini di benzina per riaccompagnare a casa Nikola. Birra presente ma molta di meno, per scelta e per andare avanti sul lavoro. Asterix viene finalmente completato, e a giudicare dallo stampo del cartone è stato a dir poco perfetto, mentre il teschietto di Nikola era ancora in alto mare, tanto che, alle ore 23.30 si decide, mentre Nikola continua, col massimo impegno, a fare il suo, di tentarne uno nuovo, e anche stavolta ci cimentiamo io e Valerio, mentre per le Tibie useremo quelle di Nikola, venute più che bene. Al termine della seconda serata gli stampi di cartone erano entrambi pronti, ma la bandiera ancora immacolata. Con molto realismo, quindi, per recuperare energie, abbiamo deciso di vederci la mattina seguente alle 11.

E così è: io, Nikola e Simone cominciavamo prima a stendere i giornali per terra e poi il bandierone. Simone, in condizioni precarissime, ha portato pennelli e vernici varie, ma il primo passo è stato disegnare i simboli sulla stoffa. Facile per il teschietto, il lavoro è stato durissimo per Asterix (mortacci sua!), perché, dopo aver disegnato la sagoma, abbiamo dovuto staccarlo pezzo per pezzo per rispettare al meglio le proporzioni del disegno. Comunque, in un’oretta di lavoro, questa delicata operazione è stata fatta, pertanto siamo passati alla verniciatura del tutto, e qui è cominciata un’operazione che si è protratta per ore e ore. La scritta, sopra e sotto, è stata fatta molto rapidamente, anche se sarà ben ripassata dal Roscio, presente dalle 15 fino alla fine del lavoro (l’una di notte!). Io e Nikola cominciavamo a dipingere il teschietto, tutti e due abbiamo cercato la massima precisione direi con ottimi risultati, la gente passava e ci guardava perplessa, qualcuno ha osato chiederci a cosa servisse quel bandierone e stupenda è stata la risposta di Nikola (“stiamo onorando il gemellaggio storico Roma VIII-Siracusa nato dieci anni fa quando il Siracusa stava in ritiro qua”), mentre è passata agli annali la frase detta e ridetta ad ogni nostro minimo sbaglio (“tanto è pe i sangrini”, frase detta ovviamente con la nostra consueta goliardia e che non ci ha distolto dal massimo impegno)...nel frattempo più andavamo avanti e più eravamo convinti che il regalo ai Sangrini non doveva essere dato subito, ma con una sequenza particolare, ci sembrava il minimo che se lo sudassero un po! La verniciatura è andata avanti e, dopo una lauta pausa pranzo (grazie alla madre di Simone per il suo contributo culinario, senza contare che è stata lei a unire la stoffa del bandierone)è arrivato Roscio, mentre Simone andava, ovviamente senza voglia, a lavorare. Le ore passavano, il lavoro lentamente procedeva, abbiamo dovuto ricorrere a spese extra per mancanza di materie prime, ma mentre l’oscurità arrivava un atroce dubbio passava per le nostre menti...si sarebbe mai asciugato il bandierone? Nel frattempo l’umidità aumentava a non finire, e più passavano i minuti e più il nostro bandierone sembrava un lenzuolo appena uscito dalla centrifuga di una lavatrice...e intanto, i nostri bordi precisi, grazie all’umidità, diventavano sempre più sfumati, pur nella decenza, mentre le parti fatte a pennarello (pochissime per fortuna) si espandevano a macchia d’olio. Alle 19 sono stato io a staccare, proprio mentre Simone tornava. A questo punto, a bandierone quasi finito (molto quasi visto che i ragazzi faranno quasi l’una di notte), non posso raccontare molto, se non un paio di visite sgradite (le guardie ovviamente, che chiaramente avvisate da qualche spia se ne sono andate in entrambi i casi subito) e il fatto che i ragazzi, infreddoliti, anche a lavoro finito, vegliavano sul bandierone, sempre più umido, finchè non si è deciso di lasciarlo in un angolo un po più sicuro all’aperto a farsi la nottata.

Il giorno seguente era finalmente Sabato, cioè quello della partenza. Simone che, oltre per i problemi di salute, ha avuto dei problemi, non è potuto partire con noi, ma già dalla mattina presto ha vigilato sul bandierone, non ancora asciutto. Verso le 12 arrivo io...finalmente (eccetto per il nero)è asciutto, anche se qualche simpatico cane ci ha lasciato qualche impronta gialla e rossa sul bandierone e anche alcuni bordi erano irriconoscibili. Tuttavia il risultato è stato più che buono, e da lontano le pecche non risultavano affatto visibili. Ripiegato il bandierone, mi sono potuto dirigere a Subaugusta (boicottate Meo Pinelli che ora si spaccia per re del faggianesimo con tanto di aperitivo) e da lì è cominciato il nostro viaggio per Castel di Sangro.

All’appuntamento, puntuale, si è presentato il solo Nikola, visto che Roscio ha pensato di farsi bello per le Sangrine (ovviamente il nulla) ed ha tardato...quindi non potevamo fare niente di meglio che andare a Cinecittà 2, sempre generosamente pronta a offrirci bibita e spuntino, nonostante avessimo optato per il digiuno completo in onore dei fratelli Sangrini. Dopo il nostro giretto, in cui abbiamo purgato a piedi dei passanti non del tutto ignari, siamo tornati a Subaugusta, e stavolta il Roscio è arrivato subito, con in mano l’insigne celtica affidata a lui solennemente da Simone. A questo punto siamo potuti partire alla volta di Castel di Sangro. Come è ormai nostra consuetudine da tempo, abbiamo fatto la più economica A1 invece dell’autostrada per L’Aquila, diventata troppo onerosa per noi poveri ultrà! In macchina prendevano così il via cori per la Lodigiani e cori goliardici sulla nostra celtica, autentica mattatrice di questo week-end abruzzese! Le soste all’autogrill sono state rispettate, prima l’autogrill di Simone (dal lato opposto di quello del Vocione), poi il Casilina. Ovviamente all’autogrill abbiamo preso tutto il necessaire per rendere ancora più bella la festa dei Sangrini: vini costosi, un’intera forma di formaggio, salumi, più qualcosa per noi stessi, Nikola aveva persino bisogno di una giacchetta nuova e proprio all’autogrill ha trovato il modello giusto, che culo!

Poiché eravamo abbastanza puntuali non abbiamo avuto bisogno di spingere sull’acceleratore, e , nella nostra proverbiale calma lodigiana (fratello lodigiano non mollare ndr) sgamiamo persino un autovelox nei pressi di Venafro. Ah, proprio a Venafro, con la celtica alla mano (anzi, al finestrino), abbiamo incitato, con goliardia, a sostenere tutti il duce, con la gente che ci guardava sbigottita (lo so, non ci credete che è solo goliardia, invece è così), qualcuno ha pure approvato, tra le nostre risate! Anche il pezzo più brutto, quello dei tornanti prima di Castello, è passato abbastanza in fretta, e, poco prima, si ha preparato la celtica per il suo ingresso trionfale a Castel di Sangro...quello che vi starete chiedendo è: ma cosa c’entra la celtica nel decennale dei sangrini? Ve lo diciamo noi, assolutamente nulla, ed è proprio per questo che l’abbiamo portata, volevamo vedere la reazione di tutti, prendetela come una ricerca sociologica, magari pubblicheremo anche un libro (“Anche questa celtica è ita”). Finalmente siamo arrivati a Castel di Sangro, e abbiamo parcheggiato la macchina proprio a ridosso del centro storico, solo che abbiamo calcolato male le distanze (decine di volte che veniamo e ancora ci perdiamo per Castel di Sangro, bei daun!), così abbiamo cominciato a marciare (per non marcire) in 3 bei buffoni, in corteo, e con le nostre bandiere, tra cui una celtica! Finalmente siamo arrivati al teatro di Castel di Sangro, e il primo a venirci incontro è stato Roberto, che neanche il tempo di salutarci ci ha subito redarguito per la nostra celtica e, sbigottito, anche Luca ci ha visti subito e ci ha chiesto di toglierla perché la gente non avrebbe capito! Comunque in pochi minuti ci siamo salutati con tutti i ragazzi di Castello nonché coi mitici Celanesi, anche loro a festeggiare il decennale dei nostri comuni amici, e anche loro alquanto perplessi sul tema celtica. Tutta la tifoseria del Castel di Sangro era alquanto indaffarata, alcuni hanno dormito sicuramente poco, e tra di loro si vede la voglia di fare andare tutto per il verso giusto. L’allestimento del teatro non era affatto male: i Sangrini hanno sistemato sui loggioni le loro bandiere storiche, mentre sotto al palco spiccava il vecchissimo striscione CUCN da trasferta , vissuto al massimo. In pochi secondi decidevamo così di mettere anche noi la nostra pezza, e in compagnia di Roberto e di Mirko di Celano siamo tornato alla nostra macchina, che abbiamo poi parcheggiato proprio dietro al teatro. Siamo rientrati e abbiamo appeso la nostra pezza, e subito l’incommensurabile Fagiano è venuto a salutarci e a farsi una bella foto ricordo sopra il nostro striscione!

La presentazione del dvd doveva cominciare alle 18, invece è slittata di oltre mezzora. Alle ore 18.40 il teatro era pieno: oltre a noi, ai ragazzi della curva nord e ai Celanesi presenti molti tifosi del Castel di Sangro di ieri e di oggi, qualcuno venuto anche da fuori Castel di Sangro, un bel colpo d’occhio. Marco Santopaolo, noto giornalista del Castello ai tempi della C, ha presentato la serata coadiuvato dall’inarrestabile Luca. I primi applausi sono fioccati all’apertura del dvd con delle bellissime immagini degli Ultras Sangrini, belle anche le musiche di sottofondo. Durante la serata, e tra tanti applausi, sono scorse immagini della serie B, della C1, della C2 e della Promozione Abruzzese, tutte suggestive, ognuna di quelle immagini aveva qualcosa da raccontare. Spesso apparivamo noi, coi nostri striscioni, o con le nostre facce, tanto che presto ci siamo andati sul cazzo da soli, anche se va detto che molte foto le abbiamo date noi ai ragazzi di Castello, altre erano di Luca e alcune sono state messe a disposizione da vecchi tifosi del Castello. Sul palco si sono alternati giocatori del Castel di Sangro, uno dei tifosi storici e il vice sindaco di Castel di Sangro. In più ci sono stati gli interventi telefonici del presidentissimo Gravina, che ha augurato le migliori fortune possibili al Castel di Sangro e all’allenatore della B, il grande Ivo Jaconi.

Finita la presentazione i Sangrini hanno offerto a tutti i presenti un buffet e hanno cominciato a vendere le copie del dvd ad un prezzo onestissimo. Noi abbiamo continuato a cazzarare dentro e fuori il teatro, poi abbiamo chiamato Luca per consegnargli il nostro regalo e all’inizio, con la massima serietà, abbiamo consegnato a Luca il “nulla”, che lui ha preso con molta disinvoltura, poi abbiamo continuato dicendo che il regalo era un qualcosa che aveva già visto: la celtica! Con fierezza e solennità gliela abbiamo consegnata, raccontandogli dettagliatamente tutto il suo excursus storico...naturalmente lui l’ha presa e la voleva tenere con sé, poi gli abbiamo spiegato che era una finta e che il legittimo proprietario la rivoleva a tutti i costi, quindi non potevamo proprio lasciargliela!

Erano già le 21 quando ci siamo diretti al ristorante, dove in macchina con noi è salito il grande Fagiano, che con un discorso tutto suo ci ha spiegato di approvare la celtica in quanto simbolo anglosassone (e ricordatevi che si pronuncia cheltic e non seltic come la squadra!!!); oltre a lui presente anche Charlie, apostrofato subito da un nostro coro: personaggio, questo, ancora poco conosciuto, ma non so perché, credo che avrà un futuro!

Il ristorante vedeva disposte ben due lunghe tavolate, una quella tranquilla (con Lorenzo e famiglia, Fagiano, nonché ultras più tranquilli, diciamo così), e la tavolata dello schifo, ovvero quella nostra, con Celanesi, ultras Sangrini vecchi e nuovi! Da questa tavolata sono partiti la maggior parte dei cori; due i momenti clou della serata: il primo è quando a giro abbiamo cominciato a bere tutti d’un fiato il nostro bicchiere di vino rosso, accompagnato, a turno, da un coro personalizzato con tanto di nome...il povero Costantino del Celano si sarà bevuto almeno 5 bicchieri così, più quelli bevuti normalmente! Il risultato è stato, dopo poco, che tutti, e per tutti intendesi tutti, eravamo veramente ubriachi fradici, e si è sfiorato a volte il puro delirio, ma quello era solo l’inizio...il secondo momento clou è quando noi siamo usciti per preparare, a sorpresa, il nostro regalo...salendo dalle scale della scuola di fronte al ristorante abbiamo appeso il bandierone-regalo per i Sangrini, con accanto la celtica che non c’entrava un cazzo ma faceva il suo effetto! Quando tutti sono usciti a vedere il nostro regalo abbiamo avuto i complimenti di tutti , e la cosa ci ha fatto non poco piacere dopo tutti il lavoro svolto!

Quando siamo usciti dal ristorante, tutti ubriachi fino allo spasmo (che schifo!) abbiamo cominciato a caricarci tra di noi e poi siamo andati tutti sulla cima della scala a fare il tifo dietro al nostro bandierone, e da quel momento, per le successive tre-quattro ore la celtica ha cominciato ad avere, complice l’alcool, il suo successone, ed è passata di mano in mano!

Da quel momento in poi i miei ricordi sono un po sfocati, perché il tasso alcolico era veramente al di sopra dei limiti! Ricordo benissimo che, dopo tutto ciò, non contenti, siamo andati in un locale di Castel di Sangro dove abbiamo tutti bevuto birra e sventolato celtica, col mondo che ci sembrava più capovolto che mai! Abbiamo fatto cori che rimbombavano per tutto il locale e mi sembra di ricordare che qualcuno ci è venuto a redarguire, ma la nostra risposta è stato un possente “Noi facciamo il cazzo che vogliamo”! Ma il meglio (o il peggio, a seconda dei punti di vista) doveva ancora venire: all’uscita, ammetto, anche incoraggiato da me, Nikola si è fregato una torta gelato sotto gli occhi degli inservienti del locale, uno di questi l’ha prima seguito e ha cercato di ottenere da Nikola la restituzione della torta, ma al rifiuto (secco direi, anzi, asciutto) ne è nato, non so come, un mezzo (il mezzo è ironico), parapiglia, e alla fine non so come ci siamo ritrovati in diverse unità a trattenere Nikola dallo scatenare una rissa abnorme... ci abbiamo messo diversi minuti a calmare Nikola, in preda agli influssi dell’alcool...poi , per stemperare gli animi, ci siamo diretti tutti ai giardinetti, dove tra uno sventolio di celtica e l’altro abbiamo , con fatica, abbassato il tasso alcolico presente nei nostri corpi, delirando, come in un manicomio e parlando, alla meno peggio, di mentalità. Mi sembra che qualcuno ci ha anche offerto il caffé (forse il Fagiano Teacher? Scusate ma non riesco a ricordare!), a un certo punto ho anche visto il Roscio disteso su una balaustra, e poi di quelle ore passate al freddo non ci ho capito un cazzo, se non che alle 3.30 i Celanesi ci hanno salutato e che, alla ripartenza della macchina, l’acceleratore non funzionava, ma dopo qualche minuto e un controllo senza frutti ha ripreso a funzionare (ho sognato???)...la cosa più strana è che sembra che una delle ragazze con le quali avevamo socializzato (unica passione comune l’alcool) voleva salire in macchina con noi per “fare un giretto” e sedersi sul sedile davanti ma il Roscio pare (io non ho visto e non confermo) che l’abbia scansata piuttosto seccamente dicendogli che quello era il posto suo! Dopo che noi abbiamo ringraziato gentilmente il Roscio di quel gesto, assieme ai reduci Sangrini ci siamo diretti a casa di Lorenzo, dove abbiamo acceso un caminetto e degustato le squisitezze dell’autogrill, alle 4 di mattina inoltrate! Unica cosa che ci scaldava era il camino, ma ben presto la sala è diventata tossica, così, quando abbiamo deciso di andare a dormire, sia noi che Luca ci siamo recati , con tanto di coperte, a dormire nelle nostre macchine menter, mi sembra, Roberto, Charlie e Salvatore hanno dormito a loro rischio e pericolo col caminetto acceso! Dei grandi comunque, visto che potevano tranquillamente andare a dormire a casa ma, pur di farci compagnia, hanno affrontato ogni tipo di scomodità! Abbiamo preso sonno con molta facilità, e ci siamo risvegliati prima delle 9. Io avevo mal di testa e una faccia tremenda, il meno sconvolto mi sembrava Roscio, mentre anche i ragazzi di Castello non brillavano certo di cera! Siamo rimasti quasi tutto il tempo con Luca, gli altri ragazzi si sono un po assentati, alla fine, in un clima di rincoglionimento generale ci siamo tutti ritrovati verso le 11 allo stadio, per sistemare gli striscioni! Stavolta l’operazione è stata piuttosto lunga, non tanto per la nostra mollezza fisica, quanto per il fatto che per l’occasione sono stati rispolverati tutti gli striscioni storici della Nord Sangrina, primo tra tutti il vecchio Commando Ultrà Curva Nord che ha segnato gli anni della serie B...vederlo appeso è stata una vera emozione...alla fine di questa lunga operazione noi ci siamo messi a giocare, con tanto di pallone giallorosso, sul terreno del Patini, e ce ne siamo andati solo all’arrivo della squadra sangrina, tanto che il sostituto guardiano, che non ha fatto di certo rimpiangere il titolare, ci ha cacciato a suon di bestemmioni! Abbiamo avuto il tempo, solo per chi lo voleva, di prendere uno spuntino per pranzo, e poi, sempre più sconvolti, siamo tornati allo stadio. Poiché abbiamo chiesto espressamente a Luca di non pagarci il biglietto dello stadio, siamo naturalmente entrati a modo nostro, ma stavolta con garbo e gentilezza visto che gli strappabiglietti ci hanno fatto passare senza problema alcuno. Io e Nikola ci siamo subito posizionati in tribuna per le famose foto , mentre i Sangrini cominciano a preparare l’entrata di campo: ah, tanto per la cronaca, la partita era contro il Cologna Spiaggia, colori neroverdi, tifoseria inesistente! Dicevamo si, le foto, e sicuramente ci sono venute bene dato che la Nord ha preparato una bella fumogenata multicolore venuta sicuramente bene! Unica nota negativa, che però ormai accomuna la maggior parte delle curve italiane, è quello dei ritardatari, molte le persone che sono giunte soltanto dopo l’inizio della partita! Dopo qualche scatto io e Nikola abbiamo raggiunto Roscio e i ragazzi della Nord, che hanno dato il via, da subito, ad una vera torcida, nonostante le condizioni a dir poco pietose della maggior parte dei presenti, comunque è stata la partita del decennale e il tifo doveva procedere nella giusta direzione...ad animare la curva un Fagiano in formissima che sparava un magnum dopo l’altro, mentre la curva ha tenuto per oltre mezzora il coro “ e ovunque giocherai non ti lasceremo mai perché tu sei la squadra che io porto nel cuor...Castello alé, Castello alé, lalalalalalala..........”, veramente molto bello e coinvolgente. Per il sottoscritto mal di testa a non finire e già al 35° raggiungo il bar gestito dalla Nord dove, se non altro ho ripreso un po di zuccheri, e un buon caffé! Proprio nel mente il Castello è passato in vantaggio, chiudendo così la prima frazione in vantaggio per uno a zero! Durante l’intervallo volti stranoti si aggiravano presso il bar, da notare Nikola che ha dato una mano ai ragazzi della Nord al bancone del bar! All’inizio del secondo tempo gli ultras sangrini hanno alzato il nostro bandierone a mò di copricurva, di bell’effetto, anche se la nostra intenzione era quella di farne un bandierone da sventolare, ma , date le dimensioni, la nostra pretesa era troppo ambiziosa! Il bandierone è stato tenuto sopra le teste dei presenti per diversi minuti, poi è calato proprio in tempo per l’1-1 del Cologna...il tifo della nord tuttavia non ne ha risentito, e prosegue senza soste anche dopo il clamoroso 1-2 del Cologna, che fa presagire un po tutti alla maledizione del Roscio. Tuttavia il Roscio aveva simpatia per quei colori neroverdi, ed ecco che l’1-2 diventa 2-2, per diventare, in un crescendo di tifo e di intensità, il 3-2 definivo a pochi minuti dalla fine! Il Patini diventa una bolgia, dando così una degna cornice ad un decennale riuscito a dir poco perfettamente! La squadra sotto la nord, e la nord in fermento sono il simbolo di quest’altra stupenda giornata!

Finita la partita, purtroppo abbiamo salutato tutti subito, anche perché eravamo ridotti in condizioni veramente, ma veramente troppo pietose! Un saluto quindi, a tutti quei ragazzi che ci hanno accolto da fratelli e che ci continuano ad accettare per quello che siamo, un gruppo con pregi, difetti, e forse talvolta caratterizzato dall’eccessiva euforia e goliardia! Ma il Fagiano è uno che ha capito tutto dalla vita, e lui, assieme a tutti gli altri ragazzi di Castello, è pronto ad accoglierci alla prossima partita del Castello!

AUGURI ULTRAS CASTEL DI SANGRO, I GEMELLATI CHE PORTIAMO NEL CUOR!

Stefano – Ultrà Lodigiani 1996